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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 07:55.

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L'indipendenza delle Autorità di vigilanza è «una condizione essenziale per il corretto svolgimento delle funzioni di supervisione» e il ruolo delle Autorità «deve restare chiaramente distinto da quello dei soggetti politici, in modo da non creare interferenze o tensioni e da non dare neanche l'astratta percezione che possano verificarsi condizionamenti».

Lo ha affermato ieri il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, nel corso di un'audizione presso la Commissione Affari costituzionali alla Camera, che sta svolgendo una indagine conoscitiva sulle autorità amministrative indipendenti ed ha già ascoltato anche il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà.

«Va tenuto fermo – ha aggiunto Saccomanni – il principio che l'accountability non deve rendere possibile indebite intromissioni nell'attività delle Autorità indipendenti. «Il principio di indipendenza – ha sottolineato – è essenziale per il corretto svolgimento della funzione di vigilanza» e questo è particolarmente vero «nei periodi di crisi finanziaria ed economica, nei quali può talvolta rendersi necessario adottare nei confronti dei soggetti vigilati anche misure di notevole rigore». È proprio in queste fasi che, secondo Saccomanni, «l'affidamento dei compiti di vigilanza ad autorità dotate di piena autonomia ed indipendenza, oltre che di alta reputazione, si rivela particolarmente proficuo».

Saccomanni ha tuttavia messo in evidenza il fatto che le autorità indipendenti non sono una categoria omogenea, anche se in linea di principio presentano alcuni caratteri comuni. Quanto alla banca centrale, Saccomanni ha spiegato ai parlamentari che «la Banca d'Italia riveste una posizione unica nell'ordinamento». Pur svolgendo – infatti – attività di controllo analoghe a quelle delle Autorità indipendenti, Via Nazionale «se ne differenzia per la molteplicità e complessità delle sue funzioni; per le particolari garanzie, stabilite nelle fonti comunitarie, che rafforzano la sua indipendenza; per la sua completa autonomia finanziaria, che – ha concluso Saccomanni – le consente di operare senza oneri per il bilancio dello Stato e per i soggetti vigilati». Il dirigente di Palazzo Koch ha poi ricordato che, tra gli strumenti volti a garantire l'indipendenza della Banca d'Italia sono da citare anche gli «istituti finalizzati a prevenire condizionamenti e conflitti di interesse degli organi di vertice e dei dipendenti». Tra questi c'è anche il Codice etico per i membri del Direttorio che indica, in linea con i codici di condotta Bce, regole ulteriori in tema di conflitto d'interessi, riservatezza, incarichi esterni, accettazione di doni etc. Saccomanni ha quindi annunciato che «il Consiglio superiore della Banca ha approvato, nella riunione di ieri (martedì, ndr) l'adozione di un codice etico anche per il personale della Banca».

Infine, dopo aver rimarcato che «non è sempre stato agevole» applicare i criteri di ripartizione delle competenze fra autorità di vigilanza, perché in alcune aree sussistono dei rischi di sovrapposizione, Saccomanni ha citato come esempio positivo di collaborazione e coordinamento fra autorità l'istituzione, nell'ambito dei rapporti fra Banca d'Italia e Consob, dei "comitati di contatto" a livello sia strategico che tecnico, per l'approfondimento e lo scambio informativo sui temi più rilevanti. (R.Boc.)

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