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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 10:52.

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Investire in immobili da affittare: puntare sul piccolo taglio, arredato e con posto autoInvestire in immobili da affittare: puntare sul piccolo taglio, arredato e con posto auto

In Italia si va in affitto per necessità, difficilmente per scelta. Le locazioni complessive sono il 18,9% contro una media dei paesi Ue del 35%. Come si legge nel rapporto - in corso di presentazione a Milano - "Nomisma-Solo Affitti 2010. Il mercato delle locazioni in Italia e le prospettive alla luce delle più recenti novità fiscali" in Italia vivono in affitto 4,7 milioni di famiglie, soprattutto con redditi medio-bassi, persone con meno di 35 anni giovani coppie senza figli e famiglie monogenitore.

Il derby proprietà-affitto

Su un panel composto da Nomisma (ottobre-novembre 2009) su 2mila famiglie rappresentative di 24 milioni circa di nuclei familiari italiani il 95,2% delle risposte converge sulla proprietà, lasciando all'affitto un ruolo a dir poco marginale (4,8%), ed evidenziando ancora una volta il forte attaccamento degli italiani nei confronti della casa. Sebbene si possa definire a favore di una "ownership society", i risultati odierni differiscono da quelli dell'indagine condotta nel 2007, nel senso che due anni fa la propensione verso la proprietà era ancora più schiacciante (96,6%) a scapito dell'affitto (3,4%). La domanda è prevista in crescita, i canoni costanti.
La preferenza nei confronti dell'affitto, comunque, è più elevata:
- al crescere dell'età del capofamiglia;
-nei grandi centri urbani;
- nel Nord Italia;
-per i nuclei familiari di piccole dimensioni (più aumenta il numero di componenti più cresce la spinta verso l'acquisto);
-verso abitazioni di piccole dimensione. Queste è il dato più interessante per chi volesse investire nel settore, spinto anche dalla prevista approvazione dalla cedolare secca sugli affitti al 20%.

Chi vive in affitto e non cambierebbe la propria condizione abitativa ha espresso i motivi della preferenza tra i quali prevale il fattore economico ("spendo meno"), ma anche la possibilità di una maggiore mobilità abitativa. A queste due motivazioni segue poi il fattore tranquillità, sicurezza e preferenza verso investimenti più liquidi.

Con riferimento al mercato dell'affitto, nel periodo 1991-2009, a fronte di una crescita delle disponibilità familiari nell'ordine del 18% l'incremento dei canoni di mercato nelle aree urbane è risultato addirittura del 105%. L'incidenza della locazione di un'abitazione di 70 mq sul reddito familiare è così passata dal 10,2% dei primi anni '90, all'attuale 17,6%, con un aumento, peraltro in larga parte concentrato nel periodo 1998–2007, superiore al 74%.

Se il livello attuale dei valori immobiliari comporta già evidenti problemi di sostenibilità con riferimento alla disponibilità media familiare, la situazione risulta ben più problematica se rapportata alla capacità reddituale degli affittuari. In questo caso l'incidenza della locazione di un immobile analogo a quello precedentemente descritto è passata dal 12,5% del 1991 al 27,8% del 2009, con un incremento di oltre il 121%.

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