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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2010 alle ore 09:20.
Tutti sanno di Paperon de' Paperoni. Ma non tutti sanno che il nome originale di quel personaggio, creato negli studi Disney dal leggendario Carl Barks, era (ed è) "Uncle Scrooge" ("zio Scrooge") con nome e cognome, Scrooge McDuck). E fra quelli che sanno di "Uncle Scrooge", non tutti sanno che quel nome viene da un personaggio dickensiano, Ebenezer Scrooge: un vecchio avaro e misantropo, dal cuore di pietra e dalle mani adunche.
Scrooge amava ammassare ricchezze, non spenderle. E specialmente odiava il Natale: perché, dalla fine analisi psicologica che ne fa Charles Dickens in «A Christmas Carol» (una novella del 1843), il Natale gli ricorda tristi episodi della sua vita che ne hanno plasmato il carattere avido e ruvido. Ai tempi di Dickens il Natale non era ancora diventato la fiera consumistica che è oggi, e se Scrooge fosse vissuto ai tempi nostri avrebbe avuto un'altra ragione per odiare un Natale dove si spende e si spande.
Nel racconto di Dickens, Scrooge, a differenza di Paperone, non rimane avido e ruvido per sempre: anche per gli avari c'è una redenzione, e Scrooge riceve la visita di ben tre "spiriti del Natale", il Christmas del passato, quello del presente e quello del futuro. E la redenzione viene, dapprima, da un viaggio negli anni che furono, un confronto serrato con i suoi dolorosi trascorsi; poi, dal contemplare le semplici gioie familiari del suo povero e maltrattato impiegato; e infine da un viaggio nel futuro, dove Scrooge – da nessuno compianto e depredato dei suoi averi – può visitare, umiliato e poi ravveduto, la propria tomba. Da questi tre incontri Scrooge esce diverso e finalmente generoso, come si conviene al finale di una Christmas carol.
Scrooge si merita un regalo di Natale. E Santa Claus – il "Babbo Natale" degli anglosassoni – gli ha donato una carta di credito. Scrooge è ora generoso, ma dopo aver passato una vita a sorvegliare le spese e a diffidare del prossimo, vuole vederci chiaro (il lupo ha perso il vizio ma non il pelo). Dà quindi ordine al suo fido impiegato, Bob Cratchit, di legare il suo conto in banca alla carta di credito e di annotare nel libro mastro ogni spesa a carico della carta. Dopodiché Scrooge esce a comprare i regali di Natale.
Finora aveva sempre maltrattato Bob Cratchit: lo pagava una miseria e l'unico atto di gentilezza della sua vita passata era stato quello di dargli un giorno libero (e retribuito) all'anno, Natale appunto. Lo faceva per convenzione sociale, non per generosità, e si sentiva come se, una volta all'anno, un ladruncolo gli sfilasse qualcosa da portafoglio!