Se non avesse destinato il Tfr al fondo pensione, ma soltanto una quota volontaria, la rendita sarebbe scesa rispettivamente a 1.154, 1.180 e 1.221 euro.

Il giovane tour operator
Esercente del settore turismo, 34 anni. Reddito annuo lordo 33.000 euro.
Ha solo tre anni di contributi alle spalle. Potrà andare in pensione nel 2043 (a 69 anni) con un netto annuo di 18.501 euro, a fronte di un ultimo reddito netto stimato intorno ai 38.583 euro annui.
Il suo profilo di rischio personale per gli investimenti è medio-alto, quindi propende per una maggiore componente azionaria in portafoglio. Decide di allocare solo il contributo annuo iniziale minimo per la previdenza complementare, pari a 600 euro. Nel 2043 avrà versato in tutto 19.679 euro di contributi. Con
una linea prudente potrà puntare a una rendita annuale di 1.180 euro. Con un profilo bilanciato tra azioni e obbligazioni, potrà sperare a
una rendita di 1.230 euro. Con una componente azionaria all'80%, la rendita stimata sale a 1.310 euro.

La hostess 32enne
Hostess di volo, donna, 32 anni. Reddito annuo netto 31.000 euro.
Ha cinque anni di contributi alle spalle. Potrà andare in pensione nel 2036, a 58 anni, ma prevede di lavorare sino a 60 anni. Si ritirerà con una pensione di anzianità pari a 17.833 euro, a fronte di un ultimo stipendio annuale di 32.851 euro. Per la pensione complementare ha versato il 100% del Tfr e nessun contributo iniziale. Il suo profilo di rischio è più prudente della media, con un maggiore peso della preferenza obbligazionaria. Con un investimento conservativo (90% obbligazionario) potrà puntare su una rendita netta annuale aggiuntiva pari a 3.323 euro. Con il 70% di obbligazionario potrà aspettarsi 3.433 euro di rendita aggiuntiva. Con un portafoglio più aggressivo (60% di azioni) la rendita potrebbe salire a 3.605 euro.

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