Corina guardava lontano, quando è partita da Bucarest per cercare lavoro a Milano. Adesso osserva rassegnata i suoi 12 metri quadrati di casa, che certificano la doppia anima di questa città, che ospita nella stessa circonvallazione migranti e milionari.
Corina, quando è arrivata in Italia, aveva 25 nni e condivideva un appartamento con quattro studentesse universitarie. Lei, invece, lavorava già come collaboratrice domestica, guadagnava ottocento euro al mese e spediva parte del suo stipendio alla famiglia rimasta in Romania. Da quando ha trent'anni anni Corina vive in un mini appartamento in zona semicentrale, paga quattrocento euro di affitto al mese, ma si dice soddisfatta. «Adesso – racconta - non devo più condividere la mia stanza con altre persone. Lo spazio è ridotto, ma riesco a gestirlo al meglio, almeno per ora».

La sua giornata comincia alle sei del mattino e finisce alle undici la sera. La casa è solo un posto in cui dormire, un punto d'appoggio dove riposarsi e da cui ripartire il giorno dopo. In uno spazio di appena nove metri quadrati, Corina ha incastrato il divano letto, il lavello e un angolo cottura. Nella superficie rimanente ha dissimulato un piccolo bagno chimico dietro una parete bianca e ha collocato un mini frigo come quello degli alberghi. Sulle pareti ha messo dei pensili colorati dove appoggia anche gli abiti. «E' l'unica soluzione che potevo permettermi – continua – in realtà sono fortunata. Insieme a me lavora una coppia di filippini, in due abitano in un mini appartamento di 18 metri quadrati». Corina, come tanti suoi connazionali, non sa ancora se resterà per sempre in Italia. Nei suoi sogni c'è un futuro in Romania, con una famiglia e una casa vera, magari con giardino.

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