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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 10:56.
La Grecia è a rischio e il mattone ellenico ne accusa pesantemente i colpi. Le statistiche si fermano alla fine del 2009, ma sono alquanto significative: già a dicembre si è registrato un arresto dell'attività edilizia pari al 22,3% in varie regioni del paese, come la Grecia settentrionale (74,2%) e occidentale (40,6%), le isole Ionie (44,8%) e il Peloponneso (35%). Particolarmente difficoltosa risulta anche la situazione delle compravendite, secondo quanto è emerso dal congresso del l'Istituto nazionale di statistica greco (Elie) che si è tenuto a febbraio.
«Dobbiamo aspettarci tempi difficili e un'ulteriore caduta dei prezzi – spiega Bambis Haralambopoulos, presidente del l'Elie – a causa della crisi finanziaria che si traduce in possibilità economica limitata da parte delle famiglie, difficoltà a concedere mutui da parte delle banche e disoccupazione. Chi deve acquistare casa, oggi, preferisce accantonare il progetto in attesa di un momento migliore. Sicuramente, d'ora in poi, fattori come la qualità dei materiali usati nella costruzione, l'antisismicità e l'impatto ambientale dell'immobile giocheranno un ruolo fondamentale nelle decisioni degli acquirenti».
Il problema principale è rappresentato dalla scarsa elasticità delle banche. «Non sono disposte a concedere mutui – conferma Nikos Lamprou di Spiti24 – per cui la gente non può o non vuole esporsi all'acquisto di un immobile. Continua a esserci una grande richiesta, ma spesso le trattative saltano al momento di firmare il contratto d'acquisto». La crisi non ha colpito il mercato immobiliare della Grecia in maniera omogenea: «Per esempio, Creta e il Peloponneso – continua – non ne hanno risentito molto perché, vivendo quasi prevalentemente di turismo, sono legati ai movimenti degli stranieri che continuano ad affittare e ad acquistare immobili da utilizzare come seconde case. Anche su Atene non si può fare un discorso generale: qui la crisi ha colpito le zone meno qualificate come i quartieri ovest (Ditika Proastia), mentre il centro città ed i quartieri a nord (Voria Proastia), residenziali e richiesti dalla medio-alta borghesia, non ne hanno risentito molto».
Ad Atene, infatti, si è assistito ad una caduta dei prezzi del 10% in quartieri come Peristeri, Kallithea, Moscato, Keratsìni. Si mantengono stabili i quartieri "alti" come Glyfada e Kifisia, anche se qui il problema potrebbe presentarsi tra non molto visto l'alta offerta di immobili di nuova costruzione e la scarsa richiesta di villette e appartamenti di ampie metrature, caratteristici di questi quartieri. Sono stati particolarmente penalizzati, invece, i quartieri in via di sviluppo – Mesoghia, per esempio – dove, fino a poco tempo fa, i prezzi erano in salita esponenziale e che oggi hanno subito una battuta d'arresto, seguita dalla flessione in negativo.
Un caso a parte è quello del Peloponneso, in particolare della zona dell'Argolide, molto richiesta dai turisti greci e stranieri: «Qui i prezzi sono rimasti stabili – dice Iorgos Buburekas della A. Mesoghios Real Estate – anzi, si nota anche una certa tendenza al rialzo: si aggirano sui 1.700-2.400 euro al mq per le case in campagna e sui 2.000-4.000 per quelle sul mare. Ciò è dovuto al fatto che non ci sono più molti terreni edificabili, per cui l'offerta non supera la richiesta che rimane sempre molto alta, anche se bisogna riconoscere che le compravendite effettive sono un po' diminuite. Per la stessa ragione rimangono inaccessibili le case d'epoca al centro di Nauplio che arrivano a toccare anche i 10.000-15.000 euro al metro».
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