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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 09:59.
Per comprare casa a Londra servono le stesse "armi" che facilitano la vita quotidiana in Inghilterra. Regola prima, dimenticare che la Gran Bretagna fa parte dell'Unione europea: non soltanto non aderisce a Schengen e rifiuta l'euro ma insiste a usare unità di misura diverse, dalle pinte alle iarde, dalle libbre ai piedi. Le case vengono quindi misurate in "square foot", anche se un agente immobiliare cortese sarà lieto di fare la conversione per il cliente "continentale" un po' perplesso.
Regola seconda, imparare a conoscere le mille peculiarità e stranezze delle regole e delle leggi inglesi. In tutta Europa, ad esempio, quando si compra una casa si diventa proprietari a tutti gli effetti. In Gran Bretagna invece le proprietà immobiliari sono divise in due mondi ben distinti: le freehold, soprattutto case, e i leasehold, che sono in genere appartamenti. La maggioranza degli italiani che acquistano a Londra per sfruttare la debolezza della sterlina e il calo dei prezzi cercano un appartamento e devono quindi affrontare le complessità del leasehold, o acquisto a tempo determinato. Di fatto non si tratta di un acquisto "pieno" ma del diritto di occupare un appartamento per un periodo di tempo prefissato, che può variare da poche decine di anni a 999 anni. La proprietà del suolo resta del freeholder, il vero proprietario.
In generale vige la regola che più il lease è lungo più ha valore e maggiore è il prezzo di vendita dell'immobile. La maggior parte degli appartamenti nuovi o ristrutturati ha un lease di 99 anni, ma in palazzi d'epoca si trovano ancora lease di 999 anni o anche di 23. Il leaseholder è libero di vendere in qualsiasi momento, ma gli agenti immobiliari avvertono che trovare un acquirente per un appartamento con un lease breve è più difficile, così come è praticamente impossibile ottenere un mutuo per comprarlo.
I contratti di acquisto di un leasehold possono variare moltissimo ed è quindi fondamentale rivolgersi a un notaio o solicitor di fiducia. È importante ad esempio stabilire con certezza chi è responsabile di riparare eventuali guasti e sapere con chiarezza se ci sono limitazioni a quello che si può fare all'appartamento, dalle modifiche interne al colore delle pareti. Il leaseholder ha sempre l'obbligo di pagare la "ground rent" annuale, letteralmente l'affitto del terreno, e le "service charge", che sono le spese di pulizia e di manutenzione del l'immobile e dell'ascensore, ma è cruciale controllare che questi costi non siano soggetti ad aumenti esponenziali, specialmente se il palazzo ha un portiere, una piscina oppure un giardino in comune.
La buona notizia è che la legge è stata modificata per dare maggiori diritti ai leaseholder: gli abitanti di un palazzo possono ora mettersi d'accordo e costringere il proprietario a vendere loro l'immobile, e poi creare una management company per gestirlo. Se mettere d'accordo tutti gli inquilini del palazzo è impossibile, il leaseholder può optare per un allungamento del lease, solitamente di 90 anni, a patto che abbia acquistato l'appartamento da almeno due anni. I costi delle due opzioni sono simili: ad esempio per un appartamento da 400mila sterline con un lease rimanente di 75 anni l'estensione per altri 90 anni costerebbe oggi 19.400 sterline, mentre acquistare la quota del freehold costerebbe 21.600 sterline.
Nella peggiore delle ipotesi, in caso di dispute tra leaseholder e freeholder, esiste il Leasehold valuation tribunal, il cui verdetto è vincolante. Il ricorso al tribunale costa un massimo di 500 sterline indipendentemente dalla complessità del caso o dal numero di leaseholder che riguarda.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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