ROMA
Il presidente designato della Consob, Giuseppe Vegas, è l'unico che sembra veleggiare sicuro verso il suo nuovo incarico. La sua prima uscita pubblica, ieri, è stata in occasione dell'audizione presso la commissione finanze del Senato riunita per votare il parere, non vincolante, sulle nomine nell'Authority che vigila sui mercati finanziari.
La commissione ha dato via libera alla sua nomina e a quella del commissario Paolo Troiano, seppure con l'astensione del Pd. Ma nel frattempo diventa definitivo l'azzeramento del nuovo vertice dell'authority per l'energia: ieri il consiglio dei ministri ha preso atto della rinuncia di Antonio Catricalà, mentre sono state sconvocate le audizioni dei commissari designati presso le commissioni attività produttive delle due Camere, chiamate oggi a dare un parere che deve passare a maggioranze dei due terzi.
Forte dei primi via libera, Vegas ha deciso di sbilanciarsi un po' sulla sua strategia per la Consob, anche se formalmente ancora non è entrato in carica. Il già sottosegretario al ministero dell'Economia ha spiegato che uno degli obiettivi principali per l'autorità da lui presieduta sarà «la tutela del risparmio» aggiungendo che «il risparmiatore in Italia è il bene più prezioso». È seguendo questo filone che Vegas lancia un primo, importante messaggio: l'intenzione di incentivare la collaborazione e il coordinamento tra le authority, soprattutto tra Banca d'Italia e Consob. È necessario, ha detto, «trovare accordi con la la Banca d'Italia per far sì che non ci siano sovrapposizioni né zone lasciate libere. È stato già fatto e credo che si continuerà a fare; si può affinare e migliorare ma credo con la concordia di tutti». Margini per migliorare ci sono sicuramente: basta pensare alla recente regolamentazione sulle parti correlate. Banca d'Italia e Consob hanno appena varato due distinti regolamenti che, nel caso delle banche quotate in Borsa, sono obbligatori entrambi. Bene, questi regolamenti sono per buona parte in sovrapposizione quando addirittura non sono in contrapposizione, costringendo le società a onerosi quanto complessi adempimenti. Vegas ha comunque aggiunto che il «coordinamento tra Autorità è essenziale» anche per avere una maggiore capacità di incidenza a livello comunitario. Credo «che un meccanismo di canalizzazione del risparmio direttamente» alle imprese di medie dimensioni «possa essere uno strumento utile, tenendo conto del nostro tessuto produttivo», ha concluso, annunciando di voler istituzionalizzare gli incontri periodi con Camera e Senato.
Tornando alla partita sui vertici dell'authorithy per l'energia, sembrano aumentare le probabilità che si vada verso una forma di proroga dell'attuale vertice, che fa capo al presidente uscente Alessandro Ortis. Il ministro per lo sviluppo economico, Paolo Romani, ha dichiarato lunedì che «ora andrà concordata una cinquina che possa essere approvata dalle commissioni parlamentari». Questo significa che tutto il pacchetto nomine proposto nei giorni scorsi torna il altro mare. Romani auspica la possibilità di una mediazione tra tutte le forze politiche, ma l'attuale contesto politico rende l'operazione piuttosto difficile. Non è complesso soltanto trovare una rosa che metta d'accordo maggioranza e opposizione; è necessario che anche all'interno del Pd, che si è spaccato proprio sulle modalità con cui il partito ha scelto i due commissari di minoranza, sia trovato un punto di equilibrio. Se si considera, poi, che in questa fase ogni pretesto è buono per tentare un ribaltone al governo è facile immaginare che il nuovo vertice dell'autorità per l'energia non arriverà a breve.
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