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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 alle ore 06:41.

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Si insedieranno formalmente il primo gennaio ma le nuove authority europee dei mercati sono ancora alla ricerca di un'identità e di una missione. Giuseppe Vegas, prossimo presidente della Consob, è già al lavoro. Proprio nel giorno in cui ha incassato il "si" di Montecitorio al suo decreto di nomina ha scelto l'Arel, il laboratorio di discussione fondato da Beniamino Andreatta, per svolgere le sue prime considerazioni sulla nuova architettura dei regulator continentali. Invitato da Enrico Letta, segretario generale dell'associazione nonchè vice presidente del Partito Democratico che l'ha introdotto con parole di stima («per la Consob è una scelta importante e di qualità»), si è confrontato con una ristretta ma qualificata platea di rappresentanti della "piazza" finanziaria, prendendo molti appunti ma non rinunciando a prime indicazioni di merito.
L'Esma per i mercati dei valori mobiliari, l'Eba per le banche, l'Eiopa per le assicurazioni, l'European Systemic Risk Board: i nuovi organismi comunitari – ha sottolineato Vegas – nascono «in un momento di estrema debolezza della costruzione europea, in una situazione di crisi». Rappresentano un passo avanti rispetto alla mancanza di coordinamento preesistente ma sono chiamate a operare nell'ambito di «una costruzione regolamentare molto complicata fondata su alcuni pilastri che possono essere modificati da decisioni politiche». Soprattutto – ha aggiunto – «vanno meglio esplicitati gli obiettivi a cui debbono rispondere. Debbono, soprattutto, vigilare sugli operatori o tutelare i mercati? È auspicabile giungere a una definizione della loro mission il più possibile condivisa». C'è poi il problema della «latitudine» degli standard tecnici che le autorità comunitarie sono chiamate a redigere. La perdita di quote di sovranità nazionale va confrontata con il vantaggio di poter disporre di un set di regole uniche. Si tratta di trovare il giusto equilibrio.
Non è una questione soltanto teorica. Il commissario della Consob, Luca Enriques, intervenuto nel dibattito, ha fatto l'esempio della nuova regolamentazione sulle vendite allo scoperto all'esame del parlamento europeo. In discussione c'è anche l'attribuzione all'Esma di decidere centralmente la sospensione dello short selling anche sui titoli di stato dei paesi membri. Vi sono «implicazioni che debbono essere attentamente vagliate anche perchè – ha osservato – non sempre e su ogni tema la cosa migliore è che il mercato venga regolamentato dal centro».
Il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini ha ripercorso le tappe della «lunga marcia» verso la nuova architettura regolamentare. Segnalandone anche le incongruenze. Gli standard tecnici – ha ricordato – «non potranno essere autonomamente approvati dai singoli regulator», sottoposti come sono ai giudizi successivi della Commissione e del Parlamento comunitari.
C'è da chiedersi, ad esempio, se Bruxelles limiterà le sue osservazioni agli aspetti economici dei nuovi standard. «Se invece l'esame di estenderà alle problematiche tecniche, all'adeguatezza delle misure prospettate, credo che avremo dei problemi». Insomma il cantiere della regolamentazione comunitaria è tutt'altro che chiuso e l'auspicio di Carlo Biancheri, per molti anni responsabile esteri della Consob, è che le nuove authority nascano con una «forte leadership» in grado di superare la debolezza congenita.
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