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La lezione di «Apriti Sesamo»

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2010 alle ore 06:39.

Hic sunt leones..., potrebbe essere il motto degli spazi cibernetici. "Navigare", è il verbo che si usa per descrivere quel che fanno gli internauti avventurosi. Ma navigazioni ed esplorazioni sono intessute di pericoli, e il mondo virtuale non è da meno di quello reale: i leones che si possono incontrare nelle giungle di Internet non sono meno pericolosi di quelli indicati nelle antiche mappe, ove campeggiava, nel cuore di un'Africa dalle coste incerte, quell'Hic sunt leones.

Molti rifiutano gli acquisti online per paura che i numeri delle carte di credito vengano azzannati da qualche squalo informatico, e non è questo il solo pericolo. Ci sono programmi che possono essere installati su un pc all'insaputa del proprietario: registrano ogni battuta sulla tastiera e poi l'inviano a un indirizzo email predisposto, così che si possono rivelare nomi e password, notizie confidenziali e confidenze amorose... E i tesori che si aprono ai malfattori non sono da meno di quelli ammassati nella caverna di Alì Babà. Come difendersi? Le linee di difesa sono tante, ma proviamo prima a immaginare un'avventura online disegnata sulla vicenda dei quaranta ladroni.

Alì Babà era un onesto taglialegna del XXI secolo e un giorno, camminando pel bosco, intese, dietro un folto cespuglio, un fitto parlottare. Si avvicinò senza farsi vedere e guatò un assembramento: erano una quarantina, e parlavano di come diventare ricchi aprendosi la strada in altre foreste che Alì Babà non aveva mai sentito nominare. Afferrò comunque che parlavano di una parola magica, una password che avrebbe dato accesso a un sito dove erano custoditi i loro tesori. E questa parola, sulla quale i congiurati finalmente si dichiararono d'accordo, senza sapere che qualcuno li ascoltava, era «Apriti Sesamo». Prima di separarsi la strana assemblea prese fiato e, come il coro del Nabucco, in una sola voce cantò una cantilena della quale Alì Babà captò solo le parole: «Uh, Uh, Uh, quaranta ladroni, com com com, ai quattro cantoni...».

Fin qui, il nostro taglialegna non aveva capito molto di quel che accadeva, e quando tornò al villaggio andò dal fratello maggiore, il ricco Cassim, che sapeva più di lui delle cose del mondo. Gli raccontò quel che era successo, e Cassim gli disse che probabilmente quel «Uh, Uh, Uh» era in realtà un «www», e il «com com com» era, appunto, un «com»: il fratello si sedette al pc e cercò sulla rete il sito www.quarantaladroni.com. Per entrarvi era necessaria una parola d'ordine: sulla tastiera batté "ApritiSesamo" e la caverna informatica si aprì davanti a loro. Non c'erano monete d'oro né braccialetti luccicanti o splendenti diamanti: c'era solo una sfilza di numeri, di date, di parolone e di parolette, ma Cassim capì che dietro quelle asettiche grandezze si stendevano praterie sterminate di potenziali profitti. Intanto, però, i ladroni, che monitoravano il sito, si erano accorti dell'intrusione, e, attraverso l'indirizzo ip del pc di Cassim erano riusciti a risalire all'indirizzo fisico di quest'ultimo. In poco tempo i quaranta erano a casa del fratello di Alì Babà e, come succede nell'antica storia, Cassim fu ucciso proprio mentre contemplava il tesoro del sito. Alì Babà riuscì a fuggire, ma intanto le forze del bene, in quanto opposte alle forze del male, si andavano muovendo anch'esse.

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Tags Correlati: Alì Babà | Antoine Galland | Cassim | Internet | Navigare | Uh

 

Il furto informatico delle carte di credito era stato scoperto dalle sofisticate procedure di sicurezza messe in opera dai gestori delle carte, e i motori di ricerca erano andati scavando nei miliardi di pagine Web, alla ricerca dei numeri rubati. Neanche gli accessi protetti da password potevano fermare i potenti "ragni" della ricerca e, trovato il sito, non fu difficile risalire a chi stava dietro il sito stesso. Un controllo dei nomi scoprì che alcuni dei criminali informatici erano in possesso di cellulari con applicazioni Gps, e bastarono poche triangolazioni per permettere alle forze dell'ordine di convergere alla casa di Cassim, proprio quando i malfattori ne stavano uscendo per inseguire Alì Babà.

Trentanove dei quaranta ladroni furono arrestati, ma il capo riuscì a fuggire e giurò vendetta ad Alì Babà, pensando, non a torto, che era stato il fratello minore all'origine dei loro mali. Alì non volle tornare a casa sua, ma si rifugiò a casa di una domestica del fratello, Morgiana, una ragazza sveglia e bella, che aveva il solo difetto di avere un limite molto basso nella sua carta di credito. Alì aveva bisogno di soldi, perché voleva allontanarsi per un po' di tempo da quei luoghi pericolosi, ma non voleva andare in un bancomat per ritirare i suoi onesti risparmi: aveva paura di essere seguito da quel tagliagole del capo. Ma Morgiana, che era molto più informatizzata di Alì Babà, riuscì a trasferire online i fondi di Alì nella propria carta di credito e i due sventarono così le oscure trame del tagliagole.

La storia antica non è proprio così, ma non si sa bene a chi chiedere scusa per le libertà che ci siamo presi. Come il racconto di Aladino, anche questo fa parte delle "Mille e una notte" ma, proprio come nel caso di Aladino, c'è chi sostiene che la storia fu aggiunta dal traduttore francese, Antoine Galland, che l'aveva ripresa da un racconto siriano. E c'è addirittura chi sostiene che l'«Apriti Sesamo» viene da Simsi, un'antica parola tedesca che significa "montagna", e che tutta la storia viene da una favola del folklore europeo, volta in arabo e poi tornata in Europa. Comunque sia, e tornando alle carte di credito, la morale è una sola: come in tutte le attività umane, il crimine è in agguato, e il gioco di guardie e ladri, che un tempo riguardava solo i borseggiatori e i rapinatori di strada, ha semplicemente cambiato regole e ambiente. E, come succedeva con i vecchi crimini, la regola migliore è quella di stare attenti, di non farsi lusingare dagli imbrogli informatici, di non accettare caramelle da sconosciuti e di non aprire pacchi o email o file sospetti...

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