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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2010 alle ore 06:41.


Chi si fosse trovato a New York nei giorni prima di Natale, davanti alla vetrina di Tiffany o di qualche grande magazzino, avrebbe pensato alla fine della crisi. Lo shopping natalizio negli Stati Uniti – secondo i dati di MasterCard – ha infatti registrato un balzo inatteso del 5,5% rispetto al 2009. Gli americani, nei 50 giorni prima del Natale, hanno speso 584,3 miliardi di dollari in regali. Più delle previsioni. Massimo da 5 anni. Eppure la fotografia dello shopping si scontra con una realtà ben diversa. Non solo l'indicatore sulla fiducia dei consumatori americani – diramato per una curiosa coincidenza proprio ieri – è sceso oltre le attese a quota 52,5 dal precedente 54,3 di novembre. Ma il boom dello shopping natalizio fa a pugni anche con la situazione finanziaria delle famiglie americane, che tutt'ora hanno più debiti (13.429 miliardi di dollari) che reddito disponibile (11.421 miliardi). Le famiglie statunitensi, nonostante una disoccupazione vicina al 10%, sembrano insomma essere tornate al loro "peccato" originale: spendono soldi che non hanno.
Se si prova a fare i conti in tasca a Mr. Smith c'è infatti da mettersi le mani nei capelli. Dal 2001 in poi – se si guardano i dati dei Flow of Funds – le famiglie americane hanno iniziato a spendere più soldi di quelli che guadagnavano. Se in precedenza il loro debito era inferiore al reddito disponibile, dal 2001 in poi è stato il contrario: il debito è esploso e ha di gran lunga superato il valore della busta paga. A fine 2007, data di inizio della Grande crisi, gli americani avevano debiti (in gran parte costituiti da mutui) per una cifra pari al 132% del reddito. Ovvio che, appena i tassi d'interesse sono saliti, il grande sogno americano è crollato come un castello di carte: i soldi non bastavano per onorare le rate dei mutui e del credito al consumo. Per contro, sempre nel 2007, le famiglie risparmiavano molto meno che nel 1995 (appena 214 miliardi) e spendevano in beni di consumo il 94% del loro reddito.
La crisi – che ha bruciato fino ad oggi 11mila miliardi di ricchezza netta dal portafoglio delle famiglie americane – ha provato a cambiare questo comportamento. Il debito è lievemente calato, scendendo dai 13.802 miliardi del 2007 ai 13.429 del settembre 2010. Il fardello si è dunque un po' ridimensionato, ma resta pur sempre pari al 118% del reddito disponibile. Quello che è cambiato è il tasso di risparmio: Mr Smith, che per 10 anni aveva tenuto da parte non più di 200 miliardi, con la crisi ha triplicato i risparmi che ora ammontano a 666 miliardi. Record storico. Insomma: l'americano medio è un po' meno cicala e un po' più formica. Ma di poco.
Infatti basta il Natale per tornare allo stile di vita dei bei tempi. Secondo le stime di MasterCard Advisors SpendingPulse, a trainare lo shopping è stato l'abbigliamento (+11,2% rispetto al 2009) e il settore del lusso (+8,4%). Borsette d'alta moda e vestiti griffati hanno registrato un balzo del 6,7%. «Le cose stanno finalmente tornando nella giusta direzione», commentava ieri al New York Times Michael McNamara di SpendingPulse. Forse Babbo Natale ha portato via il vento della crisi. Speriamo solo che, come contropartita, non abbia lasciato sotto l'albero nuovo insostenibile debito.
m.longo@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I due volti della crisi: shopping natalizio e debiti alle stelle
Mr. Smith ai raggi X
Come contrasto con la foto sopra, che mostra la fila di fronte a un grande magazzino per lo shopping natalizio, il grafico a fianco indica lo stato di salute delle finanze delle famiglie americane dal 1995 a oggi. L'elemento che balza all'occhio è il forte aumento del debito, passato dai 4.841 miliardi del 1995 ai 13.802 del 2007 e ai 13.429 miliardi del settembre 2010: la crescita complessiva è del 177%. Nello stesso arco di tempo, il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto del 109% e il Pil statunitense (che non è mostrato nel grafico) è aumentato del 99%. Il grafico mostra anche l'aumento dei consumi (che è in linea con quello dei redditi) e il livello dei risparmi. Si pensi che nel 1995 le famiglie Usa risparmiavano 286 miliardi di dollari (pari al 5,9% del reddito) e nel 2007 appena 214 miliardi (1,5% del reddito). Dopo la crisi, però, il risparmio è triplicato a 666 miliardi, pari al 4,9% del reddito.

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