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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2011 alle ore 16:14.
Calendario fitto (vedi scheda in alto con gli appuntamenti vicini) e probabili rendimenti in rialzo: sono i fattori che caratterizzeranno il mercato del debito pubblico nel primo semestre. L'Italia, come molti altri Paesi europei, ridurrà l'ammontare delle emissioni (circa 20 miliardi di euro in meno rispetto al 2010), ma dovrà fare i conti con un elemento potenzialmente molto rischioso per chi emette titoli di Stato: l'aumento dei rendimenti. Il rialzo dei tassi farà schizzare la spesa per interessi e il relativo costo di indebitamento a carico delle casse pubbliche.
Laddove possibile, i governi cercheranno di limitare l'impatto riducendo le emissioni a breve termine a vantaggio di quelle a medio e lungo. È probabile che l'incremento dei tassi faccia aumentare la concorrenza tra i singoli Stati che, da un lato, dovranno impegnarsi per stimolare investitori grandi e piccoli ad acquistare bond pubblici in una fase di grande volatilità e, dall'altro, dovranno spingere sull'acceleratore per collocare la maggior quantità possibile di bond nei primi mesi dell'anno. L'obiettivo è quello di evitare di ritrovarsi nella seconda parte del 2011 con grandi stock di bond ancora da piazzare, magari in condizioni meno favorevoli. Per questa ragione molti osservatori si attendono un vero e proprio ingorgo di emissioni nei primi 3-4 mesi, in particolare se i mercati continueranno a stabilizzarsi dopo l'ultima ondata di tensioni legata alla crisi irlandese. I primi giorni del 2011 hanno fornito un assaggio dell'affollamento sul mercato primario: Italia, Irlanda, Germania, Francia, Portogallo, Grecia si sono già tutti affacciati sul mercato primario. Il Tesoro ha piazzato 7,5 miliardi di BoT annuali, con risultati in linea rispetto a quelli di fine 2011: buona domanda ma tassi in aumento. L'auspicio dei tecnici di Via XX Settembre è che tutto il 2011 si confermi sulla linea con i 12 mesi appena conclusi. Cioè senza particolari tensioni. Le scadenze a tre, cinque e dieci anni, ha annunciato il Tesoro, continueranno anche nel 2011 a rappresentare «la parte preponderante delle emissioni di BTp nominali» e «il numero di titoli nuovi offerti sarà sostanzialmente in linea con quanto proposto nel 2010». Continueranno anche le emissioni di BoT a 3, 6 e 12 mesi oltre a quelle dei cosiddetti BoT "flessibili". Lo stesso accadrà per i CTz mentre il CcT scomparirà dal piano di emissioni per essere definitivamente sostituito dal nuovo CcTeu.
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