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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2011 alle ore 08:16.

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PARIGI
Andiamo subito al nocciolo. Senza girarci troppo intorno. «Sì, è vero, abbiamo performance negative sul breve termine dall'inizio dell'anno, mentre i mercati stanno salendo» ammette Didier Saint-Georges, da più di vent'anni uno dei consiglieri più stretti di Edouard Carmignac, star della gestione finanziaria. «Forse il fatto che perdiamo è la prova che Carmignac non è Madoff, come qualche malalingua vorrebbe insinuare». Perché circolano voci sempre più insistenti sulle supposte difficoltà del «mago» francese. Che tra le mani ha qualcosa come 55 miliardi di euro da piazzare.
Per arrivare all'ufficio di Saint-Georges, bisogna andare in Place Vendome, quella del Ritz e dei macchinoni ultimo modello, e imboccare il portone fra le boutique dei gioiellieri Boucheron e Van Cleef. Poi, percorrere scalinate che sono un tripudio di marmi colorati. E salire ancora incrociando nei corridoi di Carmignac Gestion, la società creata da Edouard nel 1989, qualche Warhol, lì appeso con nonchalance. O un Basquiat (il graffitaro, idolo dei miliardari, quando era ancora uno sconosciuto incrociò Carmignac una notte degli anni 80 a New York e gli fece il ritratto nel suo atelier, ricomprato molto più tardi dal nostro presso un collezionista). Ecco, infine, la scrivania di Saint-Georges, in uno splendido ufficio mansardato.
Il manager, sorridente, rassicura. Da Carmignac conta la prospettiva. E la società ha sempre guadagnato sul lungo termine, passando indenne attraverso ogni crisi finanziaria e attirando così asset da tutto il mondo («per noi la Francia è ormai un paese come un altro. Per i risparmi gestiti, è equivalente all'Italia o alla Germania a livello della nostra clientela»). «Stiamo perdendo – riprende Saint-Georges – perché abbiamo scommesso molto su aziende cinesi e indiane, che dall'inizio dell'anno cedono valore. E poi diffidiamo delle banche europee, sulle quali gli altri si stanno riversando. E che, quindi, guadagnano. C'è qualcosa che non ci convince nei loro conti. Stiamo andando in controtendenza rispetto al mercato. Vedremo in futuro chi aveva ragione».
Nel frattempo Edouard Carmignac, 63 anni, se ne sta rintanato nel suo ufficio. Poco loquace con i giornalisti (e in ogni caso molto più a suo agio con la penna, come quando si compra pagine intere di pubblicità su Le Monde o su Les Echos per vomitare su Trichet), è persona riservata. Da ragazzo ha vissuto in Perù, dove il padre, diplomatico, si riconvertì nell'import-export. Ha ottenuto un Mba alla Columbia University di New York. E come banchiere ha girato mezzo mondo a finanziare progetti minerari e petroliferi prima di sbarcare in Place Vendome. «Già vent'anni fa iniziò a investire nei paesi emergenti e nelle materie prime – ricorda Saint-Georges -. Gli altri lo prendevano in giro». Una delle ragioni del suo successo: un precursore. Ma poi c'è il «fiuto». Nel 1987 non ha perso soldi. Nel 2002 ne ha addirittura un po' guadagnati. Perfino nel 2008, nessuna perdita, perché Edouard ha sentito il patatrac imminente e ha venduto tutte le azioni delle banche statunitensi e i titoli legati ai consumi negli Usa già nel 2007, per ricominciare a comprarli nel 2009. Risultato, un euro investito nel 1989 in Carmignac Investissements, uno dei fondi di cui si occupa direttamente, ne ha resi oggi un migliaio.
Proprio l'ultima crisi finanziaria ha accresciuto la fama di Edouard, che quando non investe, compra quadri e gioca a polo, nella sua squadra composta di formidabili giocatori argentini. È diventato così noto che da 12,7 miliardi nel 2008 è passato a 33,3 nel 2009. E ora a 55. Non saranno troppi? Soprattutto per un'equipe (una ventina di gestori), rimasta all'incirca la stessa. «Preferiamo così- precisa Saint-Georges -. Tutte le mattine, alle 10, ci riuniamo con Edouard. Lui non è un guru, come si dice. Ma uno che ascolta. Ognuno pensa al suo fondo specializzato, ma si confronta pure con gli altri. Parliamo molto, discutiamo. Su tutto». Sul fatto che Carmignac utilizzi troppi Otc (over-the-counter), Saint-Georges ribatte che «non è vero. Può capitare. Ma preferiamo prodotti quotati. E in ogni caso asset tradizionali e sul lungo termine». Aspettando tempi migliori. È il caso di dirlo.
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IL PERSONAGGIO

Il curriculum
Edouard Carmignac, nato nel 1947, è il fondatore e capo di Carmignac Gestion, una boutique d'investimento che da lui prende il nome. Laureato in economia all'Università di Parigi, Carmignac consegue in seguito un Mba alla Columbia Business School. Prima di mettersi in proprio, Carmignac ha lavorato presso Blyth, Eastman, Dillon & Co. a New York e presso Bnp Paribas a Parigi. Nel 1984 diventa presidente di Pyramide Gestion.
Già 20 anni fa inizia a puntare su materie prime e mercati emergenti. Durante la crisi del 1987 riesce a non subire perdite, in quella del 2002 riesce a guadagnare e anche il 2008 non lascia strascichi nel suo gruppo. Carmignac gestisce ora masse per 55 miliardi di euro.

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