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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2011 alle ore 08:18.
Nell'anno del cinquantesimo anniversario di Luxottica, Leonardo Del Vecchio brinda a un ricco dividendo e ai ricavi più alti della storia dell'azienda. A compensare i malumori nelle Assicurazioni Generali, che hanno portato all'inatteso addio al cda dell'imprenditore veneto, Luxottica, il colosso mondiale degli occhiali, premia il suo azionista di maggioranza (Del Vecchio controlla il 68%), e tutti i soci di minoranza, con una cedola più ricca del 26% rispetto all'anno scorso.
I 44 centesimi di dividendo che sono la traccia più concreta dell'ottima annata di Luxottica. Ad Agordo preferiscono parlare di un anno finalmente "normale" dopo le turbolenze degli ultimi due: più che l'utile netto, che è balzato del 34% a 407 milioni di euro (grazie anche allo sblocco di alcune poste fiscali per 20 milioni di euro), il dato probabilmente più significativo è la crescita del fatturato. Fatturato che, per un'azienda che approssima l'industria del lusso (viste le numerose griffe per cui Luxottica produce in licenza occhiali), ma che è comunque largo consumo e spesa voluttuaria, risulta una voce cruciale: il giro d'affari del gruppo di Agordo ha registrato un solido +13% arrivando a 5,8 miliardi, sopra le attese del mercato.
I ricavi sono addirittura superiori agli anni del boom pre-crisi e hanno toccato il record storico. E anche al netto delle partite fiscali, il risultato industriale è stato in forte crescita: 712 milioni (più o meno equamente divisi tra vendite al dettaglio e all'ingrosso) contro i 571 dell'anno precedente. Un fiume di liquidità generata negli ultimi dodici mesi, oltre 600 milioni (1,3 miliardi il saldo positivo di cassa in due anni), ha permesso di far scendere i debiti a 2,1 miliardi (da 2,3 del 2009): oggi l'esposizione con le banche è due volte il margine operativo lordo (erano quasi 3 volte l'anno precedente), un livello sostanzialmente fisiologico.
La recessione, per Luxottica, sembra essere definitivamente alle spalle: d'altronde che il 2010 sarebbe stato l'anno del pieno recupero, lo si era già capito guardando alla radiografia dei nove mesi, quando Luxottica se n'era uscita con numeri che erano stati molto apprezzati da analisti e mercato. Puntando su mercati emergenti e su alcuni Andrea Guerra, ormai da sette anni alla guida del gruppo dopo l'exploit alla Indesit, sta dimostrando di aver trovato la ricetta vincente: per il 2011 saranno, da una parte, ancora Asia, Brasile e Messico (più Paesi debuttanti come Vietnam, Thailandia, Colombia e Perù); e, dall'altra, gli Stati Uniti il traino del gruppo (che ha già iniziato i primi due mesi con un incoraggiante +15% della divisione Wholesale).
Negli Usa, ormai un mercato fondamentale per Luxottica dopo l'acquisizione di LensCrafter (una delle maggiori catene di ottica del Paese), Guerra punta tutto su Oakley (la casa americana di occhiali sportivi rilevata alcuni anni fa) e sul successo di Sunglass Hut (l'altra grande catena di negozi controllata da Luxottica). «Solo negli ultimi 4 anni, Luxottica ha investito circa 3 miliardi di euro nella propria crescita - ha commentato Guerra - continuando a costruire un portafoglio marchi eccezionale e una rete di negozi senza confronti su scala globale. Ritengo che il 2011 possa essere la naturale evoluzione del 2010 e un anno ricco di soddisfazioni».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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