Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2011 alle ore 07:51.

My24
Campagna d'Italia con grandeur: Bulgari a Lvmh, prove d'intesa Edf-A2A, ai francesi il 50% di Edison (Reuters)Campagna d'Italia con grandeur: Bulgari a Lvmh, prove d'intesa Edf-A2A, ai francesi il 50% di Edison (Reuters)

Pesce grande mangia pesce piccolo. Comunque la si voglia vedere e per quanto si sottolinei - giustamente - la capacità tutta italiana di creare piccole e medie imprese di livello internazionale, finisce sempre così. E questo è il segno della crescente presenza francese in Italia. L'operazione Lvmh-Bulgari conferma questa regola ed è solo l'ultima di una lunghissima serie di intrecci finanziari in cui a vincere sono i francesi.

Gli esempi più evidenti vengono dal fronte energetico. Dove tra i colossi parigini e le municipalizzate della penisola, dalla Lombardia a Roma, la gara è persa in partenza. Proprio in questi giorni (di veda l'articolo in questa pagina) si sta trattando il passaggio di Edison in mani francesi, salvo uno stop politico. D'altronde, il presidente di Edf Henri Proglio era stato chiaro: «I patti sociali si devono evolvere». E non possono che evolvere in una direzione.
Lo stesso vale per Acea e Gdf Suez, il gruppo che dopo la mega acquisizione di International Power è diventato leader mondiale indipendente nella produzione di elettricità, in diretta competizione proprio con Edf. Cavalli di Troia per combattenti che hanno ben altre armi rispetto a quelle che è in grado di schierare l'Italia.

In campo nucleare, sempre che davvero prima o poi si costruiscano delle centrali atomiche sul territorio italiano, accadrà lo stesso. O davvero qualcuno pensa che i leader mondiali dell'energia nucleare - da Edf ad Areva passando per Gdf - possano giocare non da protagonisti? Bnp Paribas, con Bnl, sta rapidamente viaggiando verso l'obiettivo dei mille sportelli. Un traguardo che dovrebbe raggiungere ancora prima Crédit Agricole. Passato attraverso la partecipazione in Intesa Sanpaolo, ha ormai una presenza importante sull'intero territorio, grazie a Cariparma, a FriulAdria, alla Cassa di risparmio di La Spezia e alle agenzie che gli vengono trasferite direttamente da Intesa.

Senza dimenticare che proprio l'Agricole, quella che i francesi chiamano la "banque verte", si candida insieme a Société Générale a rilevare Pioneer da UniCredit. E così andrà a finire se non si riuscirà a creare un polo italiano del risparmio gestito.
L'accordo con Montepaschi assicura ad Axa una crescita sostenuta nel settore della bancassicurazione. E comunque anche dalle parti di un grande competitor come Generali si parla molto francese. Prima con Antoine Bernheim e ora - ma anche prima - con Vincent Bolloré. Che del colosso di Trieste è vicepresidente (oltre che azionista con uno 0,3% ben presto destinato a diventare 1%). Oltre ad avere in portafoglio il 5% di Mediobanca (in salita verso il 6%), snodo fondamentale della finanza italiana, e la stessa quota di Premafin (che a sua volta detiene partecipazioni cruciali per gli equilibri non solo economici del Paese).

Per restare dalle parti della galassia Ligresti è alquanto improbabile che la decisione della Consob sull'obbligatorietà dell'Opa congeli le ambizioni di Groupama. Nei prossimi giorni il suo consiglio di amministrazione dovrà decidere il da farsi. L'ipotesi più probabile è che l'offerta venga rivista in maniera tale da diventare accettabile per l'authority italiana. Ma Groupama, gigante mutualistico, è pronta all'Ipo. Prevista proprio per raccogliere le risorse necessarie a un'importante operazione di crescita esterna finalizzata a portarla nella top ten degli assicuratori europei. E la sua internazionalizzazione sembra dover passare inevitabilmente dall'Italia, il più importante mercato dopo la Francia, quello che sta dando più soddisfazioni e quello con le maggiori prospettive di crescita.

Nel 2013 scadrà il vincolo a non vendere degli azionisti Alitalia. Difficile trovare qualcuno pronto a scommettere che la compagnia non diventi parte integrante del gruppo Air France-Klm, che oggi ne detiene il 25 per cento.
Proprio la moda, in cui l'Italia eccelle, disegna peraltro questo scenario. Prima dell'operazione Bulgari, peraltro condotta con grande pazienza e altrettanta abilità, Lvmh ha rilanciato Fendi. E nella lunga lista dei marchi del leader mondiale del lusso c'è un nome come Pucci.

Il rivale Pinault ha perso questa partita, ma ha appena riorganizzato il gruppo intorno a Gucci. Potendo inoltre contare su un marchio strepitoso come Bottega Veneta. Da collezionista e amante dell'arte è saldamente impiantato a Venezia con Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Quale italiano può vantare un simile pedigree in territorio francese? Le Ferrovie dello Stato hanno appena firmato un importante accordo con Veolia. Ma come non rendersi conto che quell'intesa è figlia della decisione di Sncf, leader dell'alta velocità ferroviaria europea, di entrare in società con Ntv per fare concorrenza proprio a Ferrovie dello Stato? E poi c'è ancora Bollorè che sembra pronto a opzionare nelle prossime settimane un 30% di Pininfarina.
Piccolo è bello, si diceva una volta. Ma, a quanto sembra, grande è meglio.

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi