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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2011 alle ore 18:06.

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L'Ue blocca gli asset del fondo Lia e della Banca centrale. UniCredit (nella foto il presidente Dieter Rampl) pronto a congelare il voto libicoL'Ue blocca gli asset del fondo Lia e della Banca centrale. UniCredit (nella foto il presidente Dieter Rampl) pronto a congelare il voto libico

I rappresentanti dei 27 Paesi Ue hanno definito l'accordo sull'estensione delle sanzioni alla Libia. L'intesa è stata sancita dopo il superamento di alcune osservazioni tecniche avanzate da Malta. Tra gli asset entrati nel mirino dell'Unione ci sarebbero anche quelli controllati dalla Banca centrale libica. L'intesa tra i 27 riguarda sicuramente il fondo sovrano Lia (Libyan investment authority, che controlla quote di UniCredit, Finmeccanica e Juventus) e altre quattro «entità» tra cui figurerebbero, secondo indiscrezioni non confermate, anche la Banca centrale libica e altre società.

Rispetto alla banca di piazza Cordusio, «se questo fosse confermato i diritti di voto degli azionisti libici in UniCredit verrebbero congelati». Lo afferma all'Ansa un portavoce di Piazza Cordusio in relazione alla possibile sterilizzazione delle attività di Tripoli da parte dell'Unione europea.

La parola passa ora alle singole capitali. Le diplomazie nazionali dovranno, nelle prossime ore, dare il loro esplicito assenso al testo del regolamento attuativo attualmente in fase di stesura. Secondo fonti comunitarie, l'obiettivo resta quello dell'entrata in vigore delle nuove sanzioni per venerdì prossimo, in concomitanza con la riunione del vertice straordinario dell'Ue chiamato a fare il punto sulla situazione in Libia e negli altri Paesi Nordafricani investiti dalll'onda delle rivolte.

«Il processo va avanti, anche se le osservazioni avanzate da Malta hanno causato qualche ritardo», si dice oggi a Bruxelles. I rappresentanti del governo di La Valletta avrebbero in particolare avanzato riserve su eventuali effetti indesideratì che le sanzioni potrebbero avere su società nazionali. Ma gli «accorgimenti» adottati hanno consentito di superare anche queste perplessità.

La prima tranche di sanzioni Ue contro la Libia - embargo totale sulla fornitura di armi ed equipaggiamenti anti-sommossa, divieto di concessione di visti per i Paesi Ue e blocco dei beni per Muammar Gheddafi e altre 25 persone tra parenti ed esponenti del suo entourage - sono scattate giovedì scorso. L'estensione del congelamento dei beni a entità e persone (oltre a Lia e Banca centrale si parla di Libyan foreign bank, Libyan investment african portfolio, Libyan housing infrastructure board e di Mustafa Zarti, numero due della Lia) porterà l'Ue ad allinearsi con le misure già prese da Usa, Gb ed Austria.

Intanto oggi il Lusemburgo ha annunciato di aver proceduto al congelamento, presso istituti di credito locali, di due conti correnti su cui era depositato poco meno di un miliardi di euro a causa di movimenti 'sospettì. I conti, secondo le informazioni fornite dal ministro delle finanze del Granducato, Luc Frieden, sono riconducibili alla Banca centrale di Tripoli e a un fondo sovrano libico.

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