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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2011 alle ore 08:26.

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La famiglia Bulgari ha fatto «bingo» con la vendita alla Lvmh: ha incassato complessivamente circa 2 miliardi di dollari. I piccoli azionisti brindano: di questi tempi, un guadagno di oltre il 60% in un fine settimana è impresa impossibile persino per un derivato spericolato. Ma c'è l'altra faccia della medaglia: in questo anno celebrativo del nostro centocinquantesimo anniversario non c'è neppure un italiano fra i primi 25 più ricchi del mondo. Bastava risalire al 2000 per trovare al 14esimo posto Silvio Berlusconi con 12,8 miliardi di dollari. Quest'anno il Cavaliere è caduto al 118 posto, con 7,8 miliardi di dollari. Il primo italiano a difendere la bandiera è Michele Ferrero, al 32esimo posto, con 18 miliardi di dollari.

Nel complesso i cittadini del Belpaese che vantano un patrimonio netto di almeno un miliardo di dollari sono 14, uno in più rispetto allo scorso anno. Il valore complessivo della loro ricchezza passa dai 58 miliardi e 400 milioni di dollari del 2010 ai 62 miliardi e 600 milioni di dollari di quest'anno. Fra il capofila Michele Ferrero e il premier Silvio Berlusconi, al secondo posto si conferma il fondatore e presidente di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, che con 11 miliardi di dollari (500 milioni in più dello scorso anno) è settantunesimo in termini assoluti.

Nelle posizioni successive il club dei miliardari non registra grandi sconvolgimenti: Giorgio Armani è ancora quarto, con un patrimonio di 7 miliardi di dollari, mentre Carlo, Giuliana, Gilberto e Luciano Benetton, con 2,4 miliardi di dollari a testa scavalcano il patron della Geox, Mario Moretti Polegato, che segue a 100 milioni di dollari di distanza, piazzandosi nono tra gli italiani. Appaiati al decimo posto, con 1 miliardo e 500 milioni di dollari, l'editore e costruttore Francesco Gaetano Caltagirone e il fondatore del gruppo Mediolanum, Ennio Doris, seguiti dal fondatore di Alliance Boots, Stefano Pessina, con 1 miliardo e 400 milioni di dollari.

Le novità arrivano a questo punto della classifica: esce di scena il fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia (lo scorso anno si era affacciato nella lista Forbes con il suo miliardo di dollari) e fanno il loro ingresso nell'élite dei facoltosi Diego e Andrea Della Valle, rispettivamente tredicesimo e quattordicesimo tra gli italiani, con un patrimonio di 1 miliardo e 300 milioni di dollari il primo, e con cento milioni di dollari in meno il secondo.

Miliardari italiani «in salute», dunque, ma alle prese con la crescente concorrenza dei nuovi ricchi che avanzano. Una sfida anche per il capofila Michele Ferrero: la sua azienda è un gioello. Ce la invidiano. È privata e dunque non soffre delle pressioni del mercato. Ma la famiglia si trova a un punto di svolta: sceglierà il modello Arnault o quello più tradizionale italiano, di crescere cioè sulle proprie forze attraverso una diversificazione interna? Tornerà il nostro portabandiera in questo centocinquantesimo anniversario ad annusare acquisizioni importanti, come fece con Cadbury? La sfida appare ora proprio questa: tentare di uscire da un orizzonte solo nazionale.

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