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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2011 alle ore 08:17.

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La prima contromossa francese allo stop di matrice politica al riassetto Edison sarebbe di far slittare nuovamente il bilancio della società. Allo stato, in ambienti vicini a Foro Buonaparte, l'ipotesi che il board di lunedì non metta il sigillo ai conti del 2010 viene definita «plausibile», oltre che «probabile».

La ragione? Edf riterrebbe che l'ammontare delle svalutazioni considerato ieri nel corso di un apposito comitato Edison, e pari più o meno a 200 milioni, non rispecchierebbe l'effettivo valore degli asset del gruppo energetico. In altre parole, i transalpini non condividerebbero le conclusioni a cui è giunta l'analisi condotta dal consulente Maurizio Dallocchio e vorrebbero un aggiustamento di valore ben più consistente. Non a caso, nel bilancio 2010 il colosso d'Oltralpe ha già messo da parte accantonamenti prudenziali su Foro Buonaparte per una cifra vicina ai 750 milioni di euro. Lo slittamento dei conti, tuttavia, non sarebbe sgradito nemmeno ad A2A che, avendo ricevuto ieri i risultati degli impairment test di Dallocchio vorrebbe avere più tempo per poterli analizzare approfonditamente. Il nuovo aggiornamento del cda di bilancio, che a termini di legge dovrà per forza tenersi nei venti giorni successivi ma che con ogni probabilità verrà convocato per la settimana seguente, potrebbe però avere come conseguenza un impatto diretto sulle trattative per il riassetto. Il 17 marzo, infatti, A2A e Edf dovranno decidere che fare del patto attualmente in scadenza senza avere i risultati Edison a portata di mano. L'ex municipalizzata, come è emerso nelle scorse ore, sarebbe intenzionata a chiedere una proroga, seppure breve, dell'accordo attualmente in essere. Meno chiara, invece, è la posizione dei francesi che sembra abbiano dato la disponibilità a un prolungamento dell'intesa solo se di breve durata ma, a seconda di come si chiuderà il consiglio di Edison di lunedì, potrebbero decidere di forzare la mano. Anche perché Edf prima di riaffrontare il nodo del riassetto a questo punto pretenderebbe una profonda pulizia del bilancio Edison. Le prossime ore si riveleranno dunque cruciali per capire se la trattativa tra A2A e Edf, stoppata dal niet politico, possa essere riannodata lì dove si è strappata o se la fase di stallo sarà tale da portare alla procedura di asta competitiva. Di sicuro, nel week end si muoveranno le diplomazie di entrambe le controparti, politiche e finanziarie, ma il board di lunedì si rivelerà un passaggio cruciale per tastare il livello di confronto al quale si è giunti. Fino a ieri sera i soci italiani ostentavano comunque tranquillità. «Penso che ci sia lo spazio per trovare un accordo soddisfacente nei tempi propri con Edf», ha dichiarato il direttore generale dell'ex municipalizzata, Renato Ravanelli, a margine del direttivo Delmi, la società che riunisce i soci italiani di Edison. Alla richiesta di un commento sul peso che ha avuto l'intervento del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nelle trattative, il direttore generale ha ammesso che «non si può far finta che la politica non conti niente». Dello stesso avviso anche il presidente del consiglio di gestione dell'utility, Giuliano Zuccoli: «È giusto che il governo si esprima su un tema rilevante come quello dell'energia». Il manager ha poi aggiunto: «Non vedo motivi per fare la guerra con Edf, si sta cercando di fare delle cose per il bene di Edison e dei soci».

Nel frattempo, nel corso del direttivo Delmi, l'altro partner industriale Iren ha fatto sentire la propria voce chiedendo un maggiore coinvolgimento nelle trattative sul riassetto di Foro Buonaparte.

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