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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 08:15.

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Telecom, accordo sulla governance. Nella foto Franco Bernabè (Imagoeconomica)Telecom, accordo sulla governance. Nella foto Franco Bernabè (Imagoeconomica)

Fumata bianca sull'assetto di vertice Telecom. Franco Bernabè presidente esecutivo con ampie deleghe: rapporti con l'Authority, operazioni straordinarie, amministrazione, finanza e controllo, comunicazione istituzionale e coordinamento delle controllate come Ti media. Marco Patuano amministratore delegato con delega per il business domestico. Luca Luciani direttore generale con responsabilità sull'area strategica dell'America latina.

Questa la terna partorita dopo intensi contatti e trattative che, almeno a parole, lascia soddisfatti tutti. Va dato atto all'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, di essere riuscito nel suo ruolo di mediazione a trovare una soluzione condivisa in tempi rapidi e in anticipo rispetto alla scadenza fissata dal cda Telco che lunedì si riunirà per ratificare l'accordo. Evitando così di ripetere la situazione di stallo, durata parecchi mesi, che alla precedente tornata aveva messo in imbarazzo l'allora neocostituita compagine Telco. Una soluzione comunque di compromesso quella ufficializzata ieri che media tra le istanze degli azionisti, intenzionati a dare una scossa al business domestico messo a dura prova dalla concorrenza, e la determinazione di Bernabè a non rinunciare al proprio ruolo di capoazienda. La formula ricalca, per alcuni aspetti, la governance di Telefonica che identifica nel presidente Cesar Alierta il punto di riferimento dell'intero gruppo.

Luca Luciani, che non sarà presente nel consiglio d'amministrazione di Telecom, dalla sua ha una forte vocazione al marketing, provata sotto la gestione di Marco Tronchetti Provera quando si occupava del mercato domestico della telefonia mobile. Un punto di forza che ha dimostrato di saper tradurre in linguaggio universale quando, con l'arrivo di Bernabè sulla plancia di comando, gli è stato affidato il compito di risollevare le fortune della controllata Tim Brasil. Marco Patuano ha invece una formazione più "rotonda", essendosi distinto come chief operating officer di Telecom Argentina, mantenendo dritta la barra della compagnia di Buenos Aires anche quando sono iniziati i contrasti tra Telecom Italia e il partner locale, la famiglia Werthein. Conoscitore dell'America latina, per essere stato in precedenza anche nella provincia brasiliana del gruppo, Patuano era stato richiamato in patria da Bernabè dapprima come direttore finanziario e poi come responsabile dell'operatività sul mercato domestico.

La soluzione sulla quale si è coagulato il consenso segna la fine della presidenza di Gabriele Galateri che pare destinato ad altri importanti incarichi e sarà comunque riproposto per il rinnovo del consiglio Telecom nell'ambito della lista di maggioranza che dovrebbe riconfermare Renato Pagliaro, Tarak Ben Ammar, Gaetano Miccichè, Elio Catania, Aldo Minucci, Mauro Sentinelli, Jean Paul Fitoussi, Cesar Alierta e Julio Linares. Pare invece che Assogestioni stia incontrando difficoltà a riunire l'1% del capitale che consentirebbe la riconferma dell'indipendente Luigi Zingales, nel qual caso sarebbe lasciato più spazio ai rappresentanti della lista Fossati che dovrebbe proporre l'ex ad Wind ed ex Telecom Paolo Dal Pino e, a quanto si dice, una figura professionale di caratura internazionale.

Unica voce fuori dal coro quella di Asati. In una nota i piccoli azionisti Telecom auspicano che il riassetto dell'organigramma non comprenda nominativi «che potrebbero essere chiamati a breve dalla magistratura a riferire in ordine ad alcuni dei fatti illeciti più gravi della recente storia di Telecom Italia, in Sud America come in Italia».

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