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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 06:41.

di Antonella Olivieri Sfuma l'ipotesi di intervento di Groupama nella filiera che porta a Fondiaria-Sai. La decisione, non ancora ufficiale, sarebbe maturata nel week-end. Secondo un'interpretazione, i francesi avrebbero proposto una variante all'ipotesi bocciata dalla Consob che non avrebbe incontrato l'assenso della famiglia Ligresti.

Secondo un'altra, Groupama non se la sarebbe sentita di proseguire nell'intricata vicenda, tanto più che il "no" della Commissione presieduta da Giuseppe Vegas suonava più di sostanza che di forma: difficilmente variare il mix della proposta avrebbe convinto la Consob a tornare sui suoi passi.
A questo punto, la palla passa nel campo delle banche italiane e in particolare di quelle che hanno rifinanziato la parte alta della filiera, dalla holding non quotata Sinergia alla stessa Premafin, che controlla FonSai. Il tempo stringe e, a quanto risulta, una soluzione andrà trovata nel giro di settimane, non mesi. Il margine di solvibilità della compagnia potrebbe essere già sceso sotto la soglia che ne impone l'immediato reintegro. Già a fine 2010, secondo quanto avevano riferito gli amministratori all'assemblea straordinaria del 26 gennaio scorso, il margine era vicino al limite. Ai soci era stata spiegata l'esigenza della ricapitalizzazione fino a 460 milioni con il ripristino del margine che sarebbe migliorato di circa 20 punti assestandosi al 122% (è 100% il livello che fa scattare l'obbligo Isvap).

Il giorno prima, il 25 gennaio, anche l'assemblea Premafin aveva approvato a sua volta l'aumento di capitale fino a 250 milioni, proprio per seguire l'operazione della sua principale controllata. Premafin, che a fine 2009 aveva in carico le azioni FonSai a 19,69 euro (quasi il triplo delle quotazioni di Borsa, scese ieri del 3,35% a 6,93 euro), non può permettersi di diluirsi oltre la soglia del controllo e dovrà dunque, anch'essa, procedere sulla strada del rafforzamento patrimoniale, nonostante non possa più contare sull'aiuto dei francesi.
Anche se, a quanto risulta, la garanzia offerta dal Credit Suisse per i due aumenti non sarebbe decaduta, giocoforza dovrà essere chiamato in causa UniCredit, che ha erogato circa la metà dei crediti a Sinergia (titolare del 20,23% di Premafin) e un terzo dei crediti a Premafin. Più defilato il ruolo di Mediobanca che ha partecipato al finanziamento in pool per la holding quotata contribuendo per una settantina di milioni, ma che è esposta soprattutto su FonSai con un prestito subordinato da oltre un miliardo, concesso nel 2003, che è un quasi-equity (riflette cioè una quota potenziale del capitale superiore al 50%). Non potendo aumentare l'esposizione, per Piazzetta Cuccia sarebbe possibile solo un ruolo di advisory.

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