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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 17:01.

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«Gli effetti di questa crisi sono destinati a durare per molti anni, non è una battaglia che si vince in un giorno». Lo ha detto il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, in un passaggio a braccio nel corso del suo intervento all'Università Cattolica sull'euro. «Gli sforzi di alcuni paesi per risanare i conti pubblici o nella riorganizzazione del settore bancario dureranno a lungo», ha affermato.

Guardia alta per la stabilità dei prezzi
Alla crisi globale degli ultimi tre anni la politica monetaria dell'area euro ha dato una risposta «pronta, decisa», ma «la credibilità che abbiamo raggiunto non è acquisita una volta per tutte: va mantenuta alta la guardia nella tutela della stabilità dei prezzi». Lo ha affermato il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nel corso del suo intervento all'Università Cattolica. «La cultura della stabilità - ha spiegato - deve estendersi anche a campi diversi: alla politica fiscale, all'azione di riforma strutturale, là dove sono emerse fragilità nella costruzione europea, messe in luce con chiarezza dalla recente crisi del debito sovrano».

«L'emergere di tensioni inflazionistiche richiede di valutare attentamente tempi e modalità di una normalizzazione delle condizioni monetarie», ha proseguito Draghi. «È necessario prevenire un deterioramento delle aspettative, per evitare che l'impulso proveniente dai prezzi internazionali si trasmetta a quelli interni e ai salari, influenzando l'inflazione oltre il breve periodo».

Gli shock esogeni da caro petrolio sono contenuti
Le ripercussioni di shock esogeni di prezzo, come quello derivante da petrolio e materie prime, sulle economie dei Paesi dell'Eurozona «sono oggi molto contenute». Lo ha detto il Governatore di Banca d'Italia, Mario Draghi, nel corso del suo intervento all'Università Cattolica. «Gli aumenti di prezzo del petrolio tra il 2007 e il 2008 - ha spiegato - sono stati di entità comparabile, in termini reali, con quelli della fine degli anni Settanta, ma hanno generato un rialzo una tantum dei prezzi al consumo inferiore ai due punti percentuali, che non si è radicato in inflazione diversamente da quanto era successo in passato in diversi Paesi dell'area. Secondo nostre valutazioni - ha sottolineato Draghi - rispetto al decennio degli anni Settanta l'effetto inflazionistico in Italia di uno shock di questo tipo si è ridotto a un decimo».

No ad aumento delle tasse, comprometterebbe la crescita
«Aumentare le aliquote fiscali è fuori discussione: comprometterebbe l'obiettivo della crescita, sottoporrebbe i contribuenti onesti a una insopportabile vessazione». Così il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi nel suo intervento all'Università Cattolica di Milano. «Le aliquote andrebbero piuttosto diminuite, man mano che si recuperino evasione ed elusione. Non resta - ha rilevato Draghi - che il controllo della spesa, ma un controllo selettivo, orientato innanzitutto dalla distinzione fra ciò che favorisce la crescita e ciò che la ostacola. Scelte politiche sagge - ha quindi argomentato - non possono che poggiare su una valutazione capillare degli effetti anche macroeconomici di ogni voce di spesa».

L'euro non si discute, potevamo essere travolti dalla crisi
Senza l'euro «il semplice coordinamento di decisioni nazionali non avrebbe prodotto risultati altrettanto rapidi ed efficaci e alcuni paesi, incluso il nostro, potevano essere travolti dalla crisi». Lo ha affermato il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nel corso del suo intervento all'Università Cattolica. «La costruzione monetaria europea funziona, l'euro non è in discussione».

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