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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2011 alle ore 06:41.

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Oggi è il giorno della verità per le società del gruppo Ligresti. I consigli di amministrazione della holding Premafin, del gruppo assicurativo sottostante Fondiaria Sai e della controllata Milano assicurazioni si riuniranno simultaneamente a quello di UniCredit per varare il complesso piano di ricapitalizzazione nel cui ambito l'istituto di Piazza Cordusio - il maggiore finanziatore di Premafin - diverrà azionista di Fondiaria Sai con una quota intorno al 7 per cento.

Le riunioni di UniCredit e di Milano assicurazione (sui conti annuali) erano già in programma ma, alla fine, è stata decisa anche una convocazione straordinaria per Premafin e Fonsai per far si che il piano di rafforzamento patrimoniale sia varato contemporaneamente.

Alla ricapitalizzazione già decisa per Fonsai (dell'entità di 460 milioni) si è aggiunta negli ultimi giorni la scelta di aumentare la dotazione di capitale anche per la controllata Milano. Un'ingente iniezione patrimoniale che dovrebbe ammontare a circa 300 milioni, la somma che la società pensava di ricavare dalla vendita di Sasa e Liguria (la cui cessione è stata invece bloccata) e che in ogni caso sarà di entità inferiore alle perdite che la stessa Milano aveva già accumulato a fine settembre (370 milioni). L'ingresso di Piazza Cordusio nella compagine azionaria di Fonsai avverrebbe nell'ambito della ricapitalizzazione della compagnia acquisendo da Premafin una parte dei diritti di opzione sui nuovi titoli. In questo modo la finanziaria dei Ligresti ridurrebbe la sua presa sul gruppo assicurativo dall'attuale 41 al 34 per cento. Una percentuale comunque sufficiente a mantenere il controllo. La complessa operazione finanziaria si ripromette di rafforzare patrimonialmente il terzo gruppo assicurativo italiano per il quale si prennuncia una perdita di circa 700 milioni per l'esercizio 2010. Ciò che comprometterebbe ulteriormente ratios patrimoniali giunti in prossimità del livello minimo.

Ieri in Borsa i titoli della Milano hanno fatto registrare una pesante flessione (- 4,3% a 1,179 euro) per le indiscrezioni di stampa sull'arrivo dell'aumento di capitale in precedenza. Le vendite si sono accanite anche su Fonsai (-3,76% a 6,78 euro) mentre Premafin, in controtendenza, ha recuperato lo 0,78% a 0,611 euro.

UniCredit verrà dunque a sostituirsi alla compagnia francese Groupama come "cavaliere bianco" nell'aiutare il gruppo Fonsai e la sua holding di controllo ad uscire dalle difficoltà finanziarie. Il progetto originario che faceva perno sul gruppo transalpino e su una ricapitalizzazione anche di Premafin – non prevista nel nuovo piano – si è infranto sul muro della Consob che ha prefigurato un obbligo di Opa solidale a carico di Groupama e dei Ligresti qualora avessero dato seguito alle loro intenzioni. UniCredit potrebbe incappare nella stessa problematica? Il rischio appare molto più remoto ma, in effetti, la questione si potrebbe porre. Rispondendo al quesito della compagnia francese l'authority aveva tra l'altro fatto presente che quest'ultima, nell'ambito della ricapitalizzazione di Fonsai non avrebbe potuto detenere una partecipazione superiore al 5% per evitare il lancio di un'Opa. Una posizione che si spiega con le norme sulla cosiddetta Opa incrementale che vincolano il controllante di una società quotata (ma ancora non in possesso del 50% del capitale) a non rafforzare ogni anno più del 5% la sua quota. Se supera quel tetto scatta l'obbligo di offerta pubblica totalitaria.

Nel caso di Premafin-Groupama Consob aveva consolidato le quote dei due gruppi accertando un controllo congiunto. Anche nel caso di UniCredit, in virtù degli accordi di finanziamento o dei mutamenti nella governance societaria, la commissione potrebbe porsi alcuni interrogativi. Nel caso della banca però, vi sono almeno due aspetti che dovrebbero tenerla lontana da un pericolo di Opa. UniCredit considera transitoria la sua presenza azionaria in Fonsai fino a prevedere alcune salvaguardie per la sua uscita a termine. Inoltre l'Opa può essere esentata in caso di crisi societaria. Gli attuali regolamentio Consob sull'Opa sono piuttosto generici nel precisare cosa si intenda per crisi societaria. Ma anche nella nuova versione, attualmente in corso di consultazione, una simile previsione può essere fatta valere in caso di «richieste formulate da un'autorità di vigilanza al fine di tutelare la sana e prudente gestione dell'impresa». Fonsai, attualmente, non è così lontana da quella dichiarazione di pericolo.


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