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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 13:21.

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La situazione dei debiti sovrani dell'Eurozona torna a farsi critica dopo la crisi politica in Portogallo. I rendimenti dei titoli decennali portoghesi sono saliti al nuovo livello record del 7,912%, in scia alle dimissioni presentate dal premier Jose Socrates dopo la bocciatura del parlamento al piano di rientro del debito e del deficit. Anche i rendimenti dei quinquennali sono schizzati al livello record dell'8,348% e quelli sui titoli a due anni al 6,914%. Intanto Fitch ha tagliato ad "A-" dal precedente "A+". L'agenzia americana spiega in una nota che «è aumentata significativamente le probabilità di un ricorso, da parte del Portogallo, a misure d'aiuto multilaterale, data la limitata capacità di mantenere l'accesso al mercato a tassi sostenibili».

Secondo Fitch «in assenza di un programma di aiuto tempestivo e credibile concordato con il Fondo monetario e la Ue, il rating sovrano del Portogallo sarà probabilmente nuovamente peggiorato, forse di più di un gradino». Il rating attuale assegnato a Lisbona è appena quattro livelli al di sopra del livello "junk", o spazzatura, quello assegnato ai titoli altamente speculativi.

Attesa per il vertice Ue
Dopo la crisi politica
, molti temono che per Lisbona si apra una soluzione sul modello di quelle adottate per Grecia e Irlanda. Le attenzioni del mercato sono tutte per il vertice dei capi di governo Ue a Bruxelles. Oltre al dossier Libia infatti, si parlerà anche di economia: patto per l'euro, riforma del patto di stabilità, fondo permanente salva-Stati (Esm) che dal 2013 dovrebbe sostituire quello temporaneo.

Junker: per salvare il Portogallo servono 75 miliardi di euro
Se il Portogallo dovesse chiedere un sostegno europeo dell'ordine di grandezza di 75 miliardi di euro «mi sembrerebbe appropriato» ha dichiarato il presidente Eurogruppo Jean Claude Juncker a France 24. Sebbene il Portogallo non abbia avanzato alcuna richiesta e ancora nelle ultime ore il portavoce del governo a Lisbona ribadisca che il paese lotterà con tutte le sue forze per evitare un aiuto Eurozona, Juncker non ha voluto escludere questa eventualità. Il presidente Eurogruppo ha evocato anche il rischio che sta correndo la Spagna: «Spero che se mai il Portogallo» dovesse chiedere aiuto «la Spagna non diventi il bersaglio dei mercati in uno stupido gioco del domino che vedrebbe messi alla prova un paese dopo l'altro».

Moody's taglia il rating di 30 banche spagnole
L'incertezza si riflette sul nervosismo che ha interessato il mercato dei cambi. L'euro, che a metà giornata quota 1,4144 dollari era sceso a 1,40 dopo che Moody's ha annunciato di avere tagliato il rating di 30 banche spagnole. Si tratta - spiegano gli analisti - di una conseguenza diretta della revisione del giudizio sulla Spagna operata lo scorso 10 marzo. Il taglio non riguarda, comunque, i tre maggiori istituti: Banco Santander, Bbva e La Caixa il cui merito di credito è stato confermato.

Il vicepresidente della Commissione Europea Joaquin Almunia ha escluso che la Spagna possa venir trascinata verso il basso dalla crisi portoghese. «Chiunque analizzi i mercati - ha detto - vede che l'evoluzione degli indicatori della Spagna è chiaramente separata da quella di altri paesi come Portogallo, Irlanda o Grecia» aggiungendo che le misure del governo di Madrid «hanno dato risultati». (An. Fr.)

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