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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2011 alle ore 08:34.
Non si possono cambiare le regole in corso d'opera, sull'onda dell'emergenza: piuttosto bisogna far crescere le imprese italiane. E bene se per Parmalat ci sarà una cordata italiana. Si parla di un interesse della Ferrero: «Ferrero è una grande impresa multinazionale, ha grandi possibilità, grandi capitali. Se ci fosse una soluzione italiana saremmo molto felici e pronti ad aiutare. Nel rispetto delle regole, la auspichiamo».
Emma Marcegaglia ieri è intervenuta in prima persona sul decreto anti-scalate varato mercoledì dal consiglio dei ministri, per ora limitato a consentire il rinvio dell'assemblea della Parmalat per fronteggiare l'offensiva dei francesi di Lactalis. Ed ha ribadito la posizione che era emersa già l'altro ieri, nel direttivo di Confindustria.
Il decreto non risolve il problema di fondo: non si tratta di cambiare le regole del gioco con interventi mirati a difesa di una società, ma di «tornare a parlare di competitività delle imprese». Per cambiare la situazione, messa in evidenza dal direttivo, che finora le aziende italiane sono state più prede che predatrici.
Da questo punto di vista, positivo per la presidente di Confindustria l'impegno del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, di aumentare i fondi per la ricerca industriale.
Cambiare le norme, secondo la Marcegaglia, avrebbe l'effetto negativo di scoraggiare gli investimenti esteri in Italia: «Attrarre investimenti invece è positivo», ha ribadito ieri, dopo la conferenza stampa a Palazzo Chigi sui certificati medici on line. Ed ha sottolineato la situazione francese: «Parliamo molto della Francia, paese dove sicuramente è difficile comprare. Però lì ci sono capitali stranieri che posseggono aziende francesi tre volte di più rispetto all'Italia, dove la presenza di investimenti stranieri è ancora bassa».
Semmai, secondo Confindustria bisogna premere sulla Ue per eliminare le asimmetrie che ancora esistono nell'applicazione delle regole del mercato interno, eliminando le barriere protezionistiche. E, nei confronti del governo, insistere perchè vengano approvati provvedimenti per la crescita. «Confindustria - ha ricordato ieri la Marcegaglia - da sempre chiede una politica che metta la crescita al primo posto, una tassazione per patrimonializzare le aziende. I temi vanno affrontati sulle grandi direttrici e non sull'onda dell'emergenza».
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