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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2011 alle ore 08:17.

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ne Filippetti
Dahlia Tv ha spento le trasmissioni un mese fa, ma sulla sua eredità digitale la battaglia è appena cominciata. In gioco non c'è solo la spartizione dei diritti televisivi per la Serie B, in black-out dopo la morte di Dahlia Tv, ma soprattutto le spoglie più pregiate: le frequenze televisive. Dahlia non era certo un colosso, ma visto il crescente bisogno di banda, paradossalmente l'ex pay tv vale più oggi da morta che da viva. Per ora nessuno vuole ammettere di avere bisogno delle frequenze di Dahlia, ma con l'Alta Definizione ormai dilagante, nessuno può negare che all'occorrenza sarebbe pronto a un accordo con il gruppo Telecom Italia (titolare della banda).
Passo indietro: con la vecchia tv generalista ormai migrata sul digitale terrestre, con l'offerta pay tv ormai praticamente omologata tra i concorrenti, la guerra tra Mediaset e Sky per il dominio del mercato si combatte sull'Alta Definizione (Hd). L'Hd, però, richiede molta banda: oggi un multiplex digitale ospita un massimo di 6 canali, ma in caso di Alta Definizione il numero scende sotto i 3 (senza contare che per legge i proprietari di multiplex devono lasciare liberi alcuni canali a terzi per garantire il pluralismo televisivo). E se, da vivo, l'ex canale non impensieriva certo Mediaset – anzi, la presenza di un competitor sul digitale terrestre ha indirettamente favorito il colosso tv perché Sky, monopolista sul satellite, ha dovuto sborsare una cifra molto più alta alla Lega Calcio per trasmettere le partite – oggi che Dahlia è scomparsa la sua banda fa gola. In realtà le frequenze non sono di Dahlia, ma di Telecom Italia Media (che a Dahlia l'affittava e di cui era anche azionista di minoranza). E l'ad Giovanni Stella sa benissimo che quello spettro vale oro: per questo ripete di continuo che non è per nulla preoccupato dalla morte di Dahlia (che pure gli garantiva decine di milioni l'anno di ricavi e marginalità).
Il candidato numero uno per le frequenze è Mediaset, che per ora ha esplicitamente manifestato il disinteresse per Dahlia. Ma per i contenuti di Dahlia. E si capisce: Mediaset offre già il pacchetto più consistente sul calcio in digitale (con tutte le principali squadre di Serie A), i diritti dei team "minori" che erano di Dahlia non aggiungono molto. Diverso, invece, il disco per la Serie B: due giorni fa l'asta per rimettere in vendita i diritti (e riprendere le trasmissioni) è andata deserta e ora si andrà a trattativa privata. Lì Mediaset vorrebbe esserci perché, morta Dahlia, il digitale terrestre è rimasto orfano di tutta la Serie B, un bacino di centinaia di migliaia di potenziali abbonati che è costretta a ripiegare su Sky. Quanto alla banda, al momento non ci sono sono trattative con TiMedia: «La nostra attuale capacità di banda è sufficiente» ha tagliato corto Piersilvio Berlusconi incontrando alcuni giorni fa gli investitori. La porta, però, non è chiusa, perché il vicepresidente di Mediaset ha anche aggiunto che «se ce ne sarà bisogno, valuteremo il da farsi». E nell'industria giurano che in futuro di banda ce ne sarà davvero estremo bisogno (soprattutto per il calcio in Hd, il grosso del mercato pay tv in Italia). Certo c'è il digital dividend (l'ulteriore porzione di banda che il Governo assegnerà agli operatori), ma non basterà. E allora le ex frequenze Dahlia saranno un bottino ghiotto.
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