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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2011 alle ore 19:57.

"L'importante era capire a chi apparteneva lui, quali potenze della tenebra lo rivendicassero come loro proprietà. Quella era la riflessione che vi faceva rabbrividire. Era impossibile e anche malsano cercare di indovinarlo. Aveva occupato un posto molto elevato fra i demoni di quel paese".
"Lui", nel romanzo di Joseph Conrad "Cuore di tenebra", è Kurtz, misterioso personaggio che controlla il traffico d'avorio.

Nel libro "Crude World, The Violent Twilight of Oil" (Knopf Publishing), del giornalista americano Peter Maass, Lui è il petrolio. Non gli "oilmen", gli uomini che gravitano nell'orbita del petrolio – "come la gravità influenza tutto ciò che facciamo" - quelli che "preferiscono trattare con i dittatori piuttosto che ucciderli", che, anche nel caso della Libia, hanno fatto pressione per abolire le sanzioni che impedivano di lavorarci. La radice del male è quella densa sostanza: il petrolio. "Quale puro concentrato di denaro e potere è pericolosissimo perché amplifica le peggiori pulsioni umane".

Le analogie tra i cuori di tenebra descritti da Conrad e Maass sono inquietanti. Come la base di Kurtz è occulta in un'inestricabile e malsana foresta, così sembra che "Dio abbia giovato un crudele scherzo all'umanità celando tante preziose sostanze in luoghi così ostili". Per gli indigeni Kurtz è divenuto una specie di divinità; per chi lo controlla, il petrolio "può divenire un amuleto politico che lo protegge dall'abbandono o dalla punizione". Una volta penetrati nel cuore di tenebra, però, si scopre che sta spegnendosi: Kurtz è quasi in fin di vita, in preda a un'apparente follia. Come il petrolio sembra aver raggiunto il suo picco e appare destinato – secondo Maass e i sostenitori della tesi del "peak oil" - a esaurirsi in un tempo relativamente breve, in un "Violent Twilight", un violento crepuscolo.

Il crepuscolo del petrolio, tuttavia, può essere considerato come una sorta di Grazia Divina. Tale appare a Maass. Ci disintossicherà dalla dipendenza da una sostanza "che induce alla violenza", che ha avvelenato l'ambiente e la politica, che ha reso infinitamente peggiore la vita di milioni di persone. Esorcizzerà quella che è stata definita "la maledizione delle risorse".

Secondo Maass, stiamo vivendo le ultime, fuggevoli decadi dell'"era del petrolio". Un prodotto che l'ex ministro venezuelano Juan Pablo Perez Alfonzo chiamò "l'escremento del diavolo" e che Maass definisce "ossigeno nero" poiché è divenuto indispensabile alla nostra vita quanto l'aria che respiriamo, benché gli effetti sulle nazioni che lo producono e sui maschi super-alfa che dominano l'industria petrolifera sia quantomeno sinistro.

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