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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2011 alle ore 09:19.

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Generali non ha registrato come debiti gli oneri legati all'uscita dalla joint venture con il gruppo ceco Ppf «in quanto non rappresentano un obbligo incondizionato da parte della Compagnia di acquistare la partecipazione Ppf». Lo chiarisce una nota del gruppo. «In aggiunta all'ipotesi di Ipo della Società, infatti - prosegue il Leone - l'alternative exit disciplinata dagli accordi contrattuali attribuisce a Generali un diritto di non acquistare la Partecipazione Ppf, optando per l'attivazione di una procedura d'asta finalizzata a vendere la Partecipazione Ppf ad un terzo».

«Conseguentemente, gli Accordi Generali-Ppf integrano per Generali un'opportunità, e non un obbligo, di investimento, a condizioni prestabilite, che la Compagnia avrà nel momento in cui il Socio di Minoranza dovesse decidere di esercitare il proprio diritto di exit - si legge ancora nella nota - Non esistono ipotesi in cui non sia contemplata l'alternative exit che siano al di fuori del controllo di Generali».

Uscita di Kellner anche con Ipo
Peraltro, l'uscita di Ppf (il gruppo del finanziere ceco Petr Kellner detiene dal 2008 il 49%), nel caso di mancato rinnovo dell'accordo, potrà avvenire anche attraverso Ipo, vendita a terzi oppure asta, oltre che tramite l'acquisto da parte della compagnia triestina, detentrice del 51% di Generali Ppf holding, «a discrezione di quest'ultima». La nota del leone di Trieste sottolinea inoltre che i termini dell'intesa sono stati «approvati con voto unanime dal Consiglio d'Amministrazione e dal Comitato Esecutivo di Generali» e che nella realizzazione della jv non c'é stato «alcun premio di maggioranza a carico di Generali».

Interessi su prestiti bancari
Rispetto, invece, agli interessi pagati da Ppf sul prestito bancario da 2,1 miliardi di euro ottenuto nel 2008, che ha come garanzia il 49% di Generali Ppf Holding, e gli interessi maturati sul bond da 400 milioni emesso da Ppf e sottoscritto da Generali, quale la situazione? Generali risponde che rientreranno in senso maggiorativo nel meccanismo di determinazione del prezzo di vendita della quota della jv nel caso di acquisto da parte di Generali della quota, mentre i dividendi percepiti da Ppf dalla jv ne verrebbero detratti.

Nel caso in cui l'acquirente fosse Generali - si legge nella nota - il prezzo sarebbe pari al più elevato tra il fair market value della partecipazione Ppf e un floor pari a 2,5 miliardi di euro, diminuito dei dividendi percepiti medio tempore da Ppf Bv e maggiorato degli interessi maturati sul finanziamento concesso a Ppf BV da un pool di banche, degli interessi maturati sul prestito obbligazionario emesso da una società del gruppo Ppf e integralmente sottoscritto da società del gruppo Generali nonché degli eventuali apporti di capitale effettuati a favore della Società da Ppf Bv, diversi da quelli finalizzati a sostenere l'espansione della joint venture mediante operazioni strategiche ovvero a mantenere il 150% del solvency capital di gruppo.

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