«Ias 32 - Put options written over non-controlling interest»: come si applicano i principi contabili internazionali alle opzioni put su interessi di minoranza? In particolare: come si effettuano le «misure successive delle passività finanziarie riconosciute per put su interessi di minoranza»? Non è un memo di Vincent Bolloré, vicepresidente delle Generali sul caso Ppf. Da mesi è una segnalazione fissa tra i "lavori in corso" dell'Ifric, l'organo incaricato di interpretare formalmente i principi adottati dallo Iasb, il "santuario" globale degli Ias. Delle «put over Nci» parla anche l'ultimo «Ifric Update», datato marzo 2011: ultima notazione dopo quelle del gennaio scorso, del novembre e del settembre 2010.

Il bollettino, per prassi, non dice da quale "organismo nazionale di contabilità" del pianeta sia giunta la richiesta interpretativa. Ma gli ambienti finanziari concordano: l'input è giunto da Parigi. Qui la neonata Autorité des normes comptables - omologa dell'Organismo italiano di contabilità - ha appena unificato le competenze di supervisione sull'applicazione nazionale degli Ias. Senza contare che in questo momento è a guida francese anche l'Efrag: l'associazione tra gli organismi di contabilità dei paesi Ue. È comunque solo una coincidenza questa curiosità (transalpina) su put e passività in bilancio, rispetto ai tempi e alle problematiche del caso Generali-Ppf?

Nel merito, il quesito che ha tenuto impegnato l'Ifric «per alcune riunioni» riguarda i timori di «diversità di trattamento contabile nella misura successiva della passività riconosciuta per le put di interessi non di controllo» nei «bilanci consolidati della controllante». In filigrana appare proprio il caso sollevato dal francese Bolloré all'ultimo consiglio Generali sulla put Ppf. Più specificamente, il quesito chiede se e quando ci sia «causa di esclusione» nell'applicazione dello Ias 32 nella contabilizzazione progressiva della passività collegata alla put. La questione è ultra-tecnica ma resta (teoricamente) ben sovrapposta alla put rilasciata da Trieste a Petr Kellner. Lo stesso Ifric, ad ogni buon conto, ha preferito per ora non esprimersi formalmente: si è limitato alla fine a raccomandare allo Iasb di considerare un possibile emendamento (ancora da studiare) allo Ias 32. Resta agli atti, invece, il pressing dei «constituents» - richiedenti ufficialmente ignoti - sull'authority contabile internazionale per tenere i fari ben accesi, in questi mesi, sui dettagli degli obblighi di iscrizione in bilancio delle passività collegate a put di minoranza.

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