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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 09:15.

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La proposta delle banche finanziatrici di Romain Zaleski è pronta. E prevede, in estrema sintesi, il via libera all'estensione del piano di stand still fino al 2013 a patto che la Carlo Tassara accetti tre condizioni. Primo: la società dovrà affidare a un terzo, dunque a una banca d'affari esterna, il mandato a vendere le partecipazioni in portafoglio.

Secondo: le decisioni strategiche, finora prese con una maggioranza di 5/6 del consiglio, saranno da ora in poi deliberate con una maggioranza più soft di 4/6. Terzo: i tassi concordati nel vecchio piano di stand still firmato con le banche saranno "rivisti" per tener conto delle attuali condizioni di mercato.
La proposta sarà ufficialmente esaminata oggi in un vertice che si terrà a Milano tra le banche finanziatrici della holding (Intesa, UniCredit, Mps, Ubi, Bpm) e la Carlo Tassara guidata da Pietro Modiano. Le trattative sono partite da gennaio, ma solo ora si starebbe trovando un compromesso. In prima battuta, infatti, gli istituti di credito erano apparsi piuttosto freddi di fronte alla lettera inviata dalla società che chiedeva alle banche di spostare dal 2011 al 2013 la scadenza del piano di stand still sui 3,1 miliardi di debiti della società. Poi, l'avvio di una serie di contatti informali per valutare la disponibilità della società ad accettare alcune condizioni a fronte dell'allungamento delle scadenze per altri 24 mesi. Lavori che, secondo quanto si apprende, si sarebbero poi concretizzati in una proposta, che sarà presentata formalmente oggi alla Carlo Tassara, in cui si richiedono alcune modifiche al piano di stand still a fronte dell'estensione dell'accordo al 2013.

Tra queste, appunto, figura l'inserimento dello strumento del mandato a vendere. In pratica si chiede alla società di affidare un mandato a una banca terza per la cessione delle quote in portafoglio, tra cui spiccano quelle in Intesa Sanpaolo (2,5%), Ubi (2%), Mps (2%), Bpm (1,9%), Edison (10%), A2A (2,5%), Mittel (20%).
Tuttavia, le "condizioni di vendita" di quelle stesse partecipazioni saranno fissate dalla finanziaria di Zaleski e sulla base di quelle condizioni "prefissate" la banca terza cederà le partecipazioni in portafoglio. Una sorta di assicurazione, dunque, per le banche, che il percorso delineato per lo smobilizzo delle quote venga rispettato se le condizioni di mercato lo consentiranno. Non è ancora chiaro, però, se gli istituti abbiano intenzione di dare anche delle indicazioni sui valori a cui devono essere cedute le partecipazioni.

Il secondo punto riguarda invece la governance della finanziaria. In questo caso le banche chiedono una modifica della stessa che prevedeva per alcune delibere, quelle inerenti a decisioni strategiche per il futuro della società, delle maggioranze qualificate troppo rigide – a detta degli istituti – e suscettibili di ingessare la gestione della holding. La proposta prevede così, secondo indiscrezioni, che la maggioranza scenda da 5/6 a 4/6. Infine le condizioni economiche, ovvero i tassi, giudicati non più conformi alle condizioni di mercato. La richiesta, in tal caso, è di rinegoziarli.
Si tratta di vedere a questo punto se la Carlo Tassara accetterà i paletti posti dai finanziatori. O se la proposta degli istituti sarà soggetta a un nuovo negoziato i cui esiti sono tutti da scrivere.

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