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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2011 alle ore 13:06.

Il disastro giapponese frena le manovre di Sarkozy su Areva e salva il posto della ceo Lauvergeon (Reuters)Il disastro giapponese frena le manovre di Sarkozy su Areva e salva il posto della ceo Lauvergeon (Reuters)

PARIGI – Henri Proglio, manager aggressivo e determinato alla guida di Edf, continua la sua campagna d'Italia su Edison. A Parigi, invece, potrebbe essere sul punto di perdere una battaglia. Per mesi, assieme all'amico Nicolas Sarkozy, Proglio si è battuto per eliminare ai vertici di Areva, colosso nucleare all'origine delle tecnologie più all'avanguardia del settore, Anne Lauvergeon. Ebbene, le ultime voci che girano negli ambienti finanziari francesi danno la Lauvergeon confermata alla fine del suo mandato, nel giugno prossimo. Non solo: il processo di quotazione in Borsa di Areva, da lei tanto desiderato (e osteggiato dal tandem Proglio-Sarkozy) sta andando in porto. E dovrebbe compiere oggi un ulteriore passo in avanti.

Cos'è successo? Fukushima, ovviamente. Almeno sulla probabile conferma della Lauvergeon, il disastro nipponico avrebbe la sua influenza. Secondo quanto riferito ieri dalla radio Bfm Business, perfino Sarkozy riterrebbe inopportuno, in un momento delicato come quello attuale (di crescente pessimismo in tutto il mondo sul nucleare), sostiture «atomic Anne», come la chiamano i suoi connazionali, amministratore delegato di Areva dalla bellezza di undici anni. Sarkò, che pure non ha mai sopportato questa donna (iniziò la sua ascesa sotto la protezione di Mitterrand e ancora oggi è in «area sinistra»). E Sarkozy che sta spingendo da più di un anno per togliere ad Areva la sua autonomia e portare il gruppo nell'ombra dell'altro grande colosso energetico, anche lui pubblico, appunto l'Edf di Proglio. Niente da fare: sebbene la conferma dell'Eliseo non ci sia ancora (spetta a Sarkozy decidere), la Lauvergeon dovrebbe restare al suo posto.

Uno dei cavalli di battaglia di atomic Anne è sempre stata la quotazione in Borsa del gruppo. E così la possibilità di ricorrere a nuovi investitori privati. La scelta non è innocente: l'obiettivo è impedire la necessità di dover ricorrere a gruppi pubblici, come Edf (che per il momento ha solo il 2,2% del gruppo), ogni volta che ci sia bisogno di capitali per nuovi investimenti. Come dire: quello che il tandem Sarkozy-Proglio vorrebbero. Ma lunedì il comitato di sorveglianza di Areva ha approvato la quotazione e la progressiva apertura del capitale. E per oggi è stato convocato anche il Cda di Cea, il Commissariato all'energia atomica, che detiene il 73% di Areva. Il consiglio d'amministrazione del principale azionista dovrà pronunciarsi a sua volta sulla questione, ma il via libera è dato quale molto probabile.

Come già deciso dal comitato di sorveglianza di Areva, si dovrebbe procedere a breve alla conversione dei certificati d'investimento già esistenti (il 4% del capitale) in azioni ordinarie (le prime non comportano diritto di voto, le seconde si'). Poi a fine giugno, scatterebbe la quotazione vera e propria. E Cea sarebbe già disposta a mettere il 14% sul mercato. Il rispetto della scadenza di fine giugno è indispensabile per la Lauvergeon. Proprio lei è riuscita a convincere nel dicembre scorso il fondo sovrano del Kuwait (Kia) ad acquisire il 4,8% di Areva per 600 milioni di euro, ma con la condizione imposta dai nuovi investitori di una quotazione a fine giugno. Nel caso non si concretizzasse, il Kia potrebbe rivendere la sua quota allo Stato francese almeno al prezzo alla quale l'ha acquisita. Ma, visto come le cose si stanno mettendo, non dovrebbe essere necessario. Si', Atomic Anne sembra averla spuntata anche stavolta.

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