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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2011 alle ore 19:26.

È l'ex banchiere Alessandro Profumo il manager più pagato d'Italia nel 2010 tra quelli al timone delle società quotate in Borsa. Con la buonuscita di 38 milioni di euro ricevuta all'atto delle dimissioni da Unicredit, il 21 settembre scorso, l'ex banchiere ha totalizzato 40,59 milioni di euro lordi di guadagno nel 2010, compresi lo stipendio e altre componenti retributive non variabili. Inoltre la banca verserà altri 2 milioni in beneficenza all'associazione di don Colmegna. La superliquidazione di Profumo, di cui si è parlato nei mesi scorsi, è confermata ora da un atto ufficiale, la documentazione del consiglio di amministrazione della banca con le proposte per l'assemblea degli azionisti del prossimo 27 aprile.
Solo Cesare Romiti superò nel 1998 questo record
Secondo un'inchiesta del Sole 24 Ore tra i bilanci finora pubblicati, Profumo è il più pagato tra i manager italiani. Difficile che qualcun altro possa superarlo nel pay watch 2010, considerando tra l'altro che, da quando la legge Draghi del 1998 ha reso obbligatoria la pubblicazione dei compensi dei vertici di imprese quotate, solo un manager ha incassato in un colpo solo una somma più alta di Profumo: fu Cesare Romiti quando il 22 giugno 1998 lasciò la Fiat, dopo 24 anni al vertice, incassando 101,5 milioni di euro lordi, quasi 200 miliardi di vecchie lire, all'età di 75 anni. Profumo, che ha 53 anni e sta per essere candidato da Assogestioni (cioè dai fondi d'investimento) nel prossimo cda dell'Eni, ha avuto questa superliquidazione dopo 13 anni da amministratore delegato. Nell'ambito dell'accordo, precisa la documentazione della banca, «Unicredit si è anche impegnata a fare una donazione in beneficenza di 2 milioni di euro a favore di un'organizzazione senza fini di lucro». Profumo supera di poco i 37,42 milioni, tra buonuscita e stipendio, che Matteo Arpe ottenne da Capitalia per andarsene dopo lo scontro con l'allora presidente, Cesare Geronzi, oggi alle Generali.
Geronzi balza oltre i 5 milioni di euro
Geronzi entra al quarto posto nella classifica provvisoria degli stipendi 2010, con 5,02 milioni lordi complessivi. Dalla compagnia di assicurazioni ha ricevuto 2,32 milioni lordi per poco più di otto mesi (è in carica dal 24 aprile 2010). A questi compensi si sommano i 2,7 milioni ricevuti da Mediobanca durante lo scorso esercizio terminato il 30 giugno, come presidente tra il primo luglio 2009 e il 25 aprile 2010.
Tronchetti Provera a quota 6,35 milioni
Davanti a Geronzi c'è Marco Tronchetti Provera, con 6,35 milioni lordi, circa l'8% in più dei 5,9 milioni guadagnati nel 2009, come presidente del gruppo Pirelli che ha migliorato l'utile operativo del 63% a 408 milioni e confermato lo stesso utile netto di competenza (22 milioni rispetto a 23 del 2009). Nei suoi compensi è compreso il gettone di 396mila euro come presidente della Prelios, la ex Pirelli Re, ancora in rosso per 95 milioni.
Luca Cordero di Montezemolo davanti a Marchionne che risparmia sulle tasse
Il numero due della classifica provvisoria è Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente Fiat e presidente della Ferrari, con 8,73 milioni di compensi lordi complessivi, il 70% in più del 2009. Montezemolo guadagna più del doppio di Sergio Marchionne, l'amministratore delegato Fiat, che ha ricevuto 3,47 milioni lordi. Marchionne però risparmia sulle tasse, perché grazie alla residenza in Svizzera paga solo il 30% di imposte, risparmiando circa 450mila euro rispetto alle tasse in Italia, dove l'aliquota marginale è il 43 per cento.
gianni.dragoni@ilsole24ore.com
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