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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2011 alle ore 09:33.
BRUXELLES - Forse non è stato un caso che Michel Barnier abbia scelto il giorno in cui a Dublino si pubblicavano i risultati degli stress test sulle banche irlandesi per presentare la sua proposta per dare progressivamente vita al mercato unico europeo dei mutui sulla casa, nel segno della trasparenza, della garanzia di solvibilità, insomma della stabilità del settore.
La crisi americana dei sub-prime e le bolle immobiliari esplose in Irlanda, Gran Bretagna e Spagna, con tutti i contraccolpi che continuano a rendere incerte le prospettive di ripresa economica e di un solido risanamento del mondo della finanza globale, hanno scritto la cronaca allarmante e sussultoria degli ultimi due anni e mezzo. «Abbiamo visto, negli anni del boom, erogatori di prestiti e creditori comportarsi come se i tempi della vacche grasse non finissero mai» ha ricordato ieri il commissario Ue al Mercato interno e Servizi finanziari. Il risveglio è stato brutale.
Di qui l'idea di una legislazione e standard europei per evitare che in futuro si ripetano incidenti di percorso altrettanto devastanti. Il perché è presto detto: l'industria dei mutui sulla casa oggi vale il 50% del Pil europeo e incide per il 70% sul debito delle famiglie. Però è estremamente frammentata, chiusa nelle varie realtà nazionali. Il che impedisca la concorrenza su scala europea e i vantaggi che potrebbero derivarne in termini di minori costi e maggiore protezione dei consumatori.
Erano ben 8 anni che a Bruxelles si discuteva dell'ipotesi di una normativa europea. Impossibile però arrivare al dunque per la ferma opposizione della Federazione europea del settore. Che del resto anche ieri ha ribadito l'«inutilità di una regolamentazione Ue visto che il mercato dei mutui è nazionale e nessuno punta al transfrontaliero». Opposta l'opinione del Beuc, l'Ufficio europeo dei consumatori che difende un'iniziativa che «impedirà in futuro la vendita di cattivi prestiti» a cittadini ignari.
La proposta Barnier riguarda tutti i prestiti contratti per acquistare immobili o per ristrutturarli e quelli ipotecari. Prevede l'obbligo per chi lo contrae di provare di avere i mezzi per ripagarlo e per chi lo offre di verificare la solidità delle garanzie. Prevede anche l'introduzione di un prospetto informativo standardizzato a livello europeo per consentire di mettere a confronto le condizioni del mutuo, tassi compresi. Fissa regole per impedire la pubblicità ingannevole, cioè quella che crea false aspettative nella clientela potenziale.
Nel codice europeo ci sarà anche la possibilità di ripagare il mutuo prima della naturale scadenza, anche per accenderne un altro a migliori condizioni. Sarà introdotto, come nel caso degli hedge fund, un "passaporto" europeo per banche e società che vogliano operare fuori dai confini nazionali secondo regole ben stabilite. Ora la proposta di direttiva dovrà passare al vaglio dell'europarlamento e poi a quello del Consiglio dei ministri Ue. Con gli enormi interessi in gioco, non occorre essere dei gran profeti per prevedere che la conflittualità negoziale è assicurata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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