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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2011 alle ore 19:17.
PARIGI – È successo tutto molto in fretta. Poco più di un mese fa i dirigenti di Solvay, il gruppo chimico belga, hanno contattato i «colleghi» di Rhodia, società francese dello stesso settore. Oggi a Bruxelles è stata ufficializzata l'Opa da parte di Solvay, ancora controllata (con il 30% delle azioni) dagli eredi di Alfred Solvay, che nel lontano 1863 inventò il procedimento di fabbricazione del bicarbonato di sodio. E a Parigi il Cda di Rhodia ha approvato subito l'offerta all'unanimità. Si', affare fatto: nasce un nuovo colosso mondiale della chimica.
E in tempi di shopping da parte delle multinazionali francesi al di là dei confini (in particolare in Italia), stavolta sono degli stranieri, i vicini belgi, ad acquistare in quel di Parigi. Jean-Pierre Clamadieu, che fino a poco tempo fa sembrava più favorevole a uno sviluppo autonomo del suo gruppo, ha manifestato entusiasmo per la novità. Ed ha ammesso di averne parlato, prima del via libera, con politici e rappresentanti del governo del suo Paese. Clamadieu ha evocato «i valori comuni di Solvay e di Rhodia, una certa cultura ingegneristica». «I due gruppi potevano avere separatamente certe ambizioni – ha sottolineato Christian Jourquin, a. d. di Solvay -. Insieme riusciamo a cambiare le dimensioni delle nostre ambizioni». Ha precisato che per il 90% dei settori di attività il nuovo colosso, che sarà quotato contemporaneamente a Parigi e a Bruxelles e che dovrebbe essere operatico a partire da agosto, figurerà nei primi tre posti della classifica mondiale dei produttori.
Veniamo alle cifre. I belgi hanno offerto 31,6 euro per ogni azione Rhodia, il 50% in più della chiusura di venerdi'. La società viene cosi' valorizzata a quota 3,4 miliardi di euro, anche se, considerando l'indebitamento del gruppo francese e altre incombenze finanziarie, la cifra sborsata da Solvay sale a 7,3 miliardi. I belgi pagano cash, perché hanno fatto cassa negli ultimi anni, in particolare vendendo la loro controllata statunitense al partner Abbott Laboratories nel settembre 2009 per 5,2 miliardi di euro. Quanto a Rhodia, l'operazione rappresenta una boccata di ossigeno, perché il gruppo, che fa utili ed è competitivo, si ritrova comunque sulle spalle un debito di 1,19 miliardi di euro e impegni finanziari legati alle pensioni dei suoi dipendenti del Regno Unito per altri 1,5 miliardi, che non gli pemettevano molti margini nella crescita futura. Il nuovo gruppo peserà a livello di fatturato 13 miliardi di euro (i ricavi di Solvay hanno totalizzato 6,8 miliardi nel 2010, Rhodia 5,2). I dipendenti saranno 12mila (rispettivamente 6.800 e 5.200 per i due guppi).
Rhodia porta in dote una notevole presenza nei Paesi emergenti (che generano il 50% del suo fatturato, contro il 25% per Solvay). I ricavi realizzati in quelle zone dovrebbero cosi' rappresentare il 40% del totale del nuovo gruppo, di cui il 25% nell'area Asia-Pacifico e il 14% nel'America del Sud. E' una delle ragioni principali per cui Solvay ha deciso di fagocitare Rhodia. Le sinergie che i due gruppi potranno realizzare ammontano ad appena 250 milioni di euro su tre anni, perché Solvay e Rhodia, oltre che geograficamente, sono molto complementari anche per il tipo di attività. I belgi sono numero uno a livello mondiale per i polimeri ad alte prestazioni, per il carbonato di sodio e l'acqua ossigenata e si collocano al secondo posto per i vinili. Rhodia, invece, è leader per le plastiche tecniche a base di poliammidi, per certi materiali come i silici e le terre rare e per la chimica destinata al grande consumo.
Quanto all'organizzazione futura delle due entità, Rhodia diventerà praticamente un polo della galassia Solvay, accanto ai due già esistenti, relativi alla chimica e alla plastica. Clamadieu sarà nominato numero uno a partire del 2013 del nuovo colosso. Andrà a sostituire Jourquin. Anche se a Parigi non si fanno illusioni. Le decisioni, da ora in poi, saranno prese a Bruxelles.
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