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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 07:50.

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«Chiunque sia parte del mercato non può che recepire positivamente questa decisione». Più del commento di Guido Giubergia, a.d di Ersel, è la reazione di Piazza Affari a testimoniare come la Borsa abbia accolto le dimissioni di Cesare Geronzi dalla presidenza delle Generali: il titolo del Leone di Trieste dopo la notizia è salito fino ai 16,35 euro, in progresso del 5,7% rispetto alla chiusura di martedì sera. Ma nel pomeriggio la corsa si è raffreddata: gli investitori, dopo la reazione "a caldo", sono probabilmente tornati a ragionare sui fondamentali e a ricordarsi che il titolo Generali continua a quotare in Borsa a multipli sugli utili superiori rispetto ai concorrenti esteri. Così alla fine Generali ha chiuso la seduta a 15,93, in aumento del 2,97%, contro un rialzo medio delle assicurazioni in Europa dell'1,39%. A testimonianza di una giornata vissuta intensamente sono rimasti i volumi: 22 milioni di azioni scambiate, il 482% in più di martedì.

Il mercato non aveva mai apprezzato la crescente litigiosità del vertice di Generali. Dal 25 aprile 2010, data in cui Geronzi è arrivato a Trieste, il titolo del Leone ha perso il 4,7%. Calo che si fa ancor più pesante se si considera che, nello stesso arco di tempo, l'indice assicurativo europeo ha guadagnato il 14,2%. Insomma: Generali in un anno ha perso, rispetto ai concorrenti europei, il 19%. I motivi di questo calo, nell'anno di presidenza di Geronzi, sono almeno tre. Da un lato ha pesato il crescente rischio-Italia, dato che Generali è un grande investitore in BTp. Dall'altro il titolo è stato penalizzato dal riallineamento dei multipli, dato che Generali quotava a livelli molto maggiori rispetto ai concorrenti e il mercato ha piano piano ridotto il gap. Ma, secondo gli addetti ai lavori, è indubbio che quest'anno abbia pesato anche la litigiosità al vertice di Generali: «La percezione del mercato – confessa un analista – era che i continui scontri al vertice rischiassero di distrarre i top manager dal business tradizionale». Insomma: il mercato temeva che, a furia di litigare, a perdere smalto fosse la gestione della Compagnia.

Ovvio che le dimissioni di Geronzi siano state lette come la fine delle ostilità. La reazione immediata del titolo in Borsa lo testimonia. Ma dopo la reazione a caldo, gli investitori sono tornati a ragionare a mente più fredda. E hanno pensato che, dei tre motivi che nell'ultimo anno hanno penalizzato il titolo Generali, almeno due restano validi. Questo ha probabilmente smorzato gli entusiasmi sul finale. Lasciando comunque il titolo in rialzo di quasi il 3%.

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