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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 06:42.

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Faro sulla governance Generali dal 2007. Nella foto Giancarlo Giannini, presidente dell'Isvap, l'autorità di vigilanza del mercato assicurativo (Imagoeconomica)Faro sulla governance Generali dal 2007. Nella foto Giancarlo Giannini, presidente dell'Isvap, l'autorità di vigilanza del mercato assicurativo (Imagoeconomica)

«Sono illazioni che non stanno né in cielo né in terra. L'Isvap si comporta in modo equanime con tutte le compagnie, grandi o piccole che siano e indipendentemente dal manager che in quel momento è alla loro guida». Alla fine Giancarlo Giannini, presidente dell'autorità di vigilanza del mercato assicurativo, ha deciso di reagire.

Ha assistito in silenzio per mesi alle insinuazioni apparse sulla stampa a proposito dell'interventismo dell'istituzione sulla vicenda delle Generali – due lettere con la richiesta di informazioni, la prima recapitata a novembre e la seconda nei giorni scorsi – che taluni hanno giudicato eccessivo. Quasi che il regulator avesse voluto prendere posizione nella dialettica interna del gruppo mettendo in difficoltà il management operativo.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sua pazienza è stata l'intervista apparsa ieri su "La Repubblica" dell'ex presidente del Leone Antoine Bernheim. «Durante la mia presidenza – ha detto tra l'altro il finanziere – non abbiamo mai avuto problemi con l'Isvap. Per qualche motivo le cose sono cambiate».

La replica di Giannini è secca. «Sono stupito che l'ex presidente possa esprimere simili valutazioni quando sa perfettamente che il comportamento della vigilanza non è cambiato per nulla in questi anni». E il presidente dell'Isvap svela un episodio inedito. «Nel giugno del 2007, gli ispettori del l'Isvap avviarono un'ispezione alle Generali proprio sui temi della governance e dei sistemi di controllo interno. Rimasero negli uffici della compagnia per quattro mesi. Bernheim dovrebbe esserne a conoscenza perchè proprio lui fu il destinatario della lettera di rilievi inviata dall'authority». Contenente sanzioni? «A questa domanda non rispondo. Vorrei però farle presente che quando sono in gioco tematiche generali il vero obiettivo del nostro intervento è di rimuovere le eventuali criticità e risolvere i problemi».

Il presidente dell'Isvap tiene soprattutto a ribadire che l'istituto da lui guidato agisce allo stesso modo con tutti gli intermediari. «In questi anni un po' tutti i gruppi assicurativi sono stati oggetto delle nostre ispezioni soprattutto in vista della nuova disciplina prudenziale di Solvency II che attribuisce al tema dei controlli interni e della corporate governance un'importanza specifica». Giannini non rompe il riserbo sui controlli svolti dall'istituto ma non è un mistero che gli uomini del l'istituzione siano da mesi nella sede di Fondiaria Sai. Secondo alcune indiscrezioni, tra l'altro, sarebbero stati proprio i rilievi dell'Isvap al bilancio 2009 della compagnia del gruppo Ligresti a spingere il nuovo management a rimpinguare per oltre 600 milioni le sue riserve.

Nei suoi compiti istituzionali il presidente dell'Isvap tiene a rimarcare di non esercitare poteri discrezionali. «Le valutazioni nascono dagli uffici e risalgono la catena gerarchica fino ai responsabili delle differenti funzioni, al vice direttore generale (Flavia Mazzarella), al presidente. In questo tragitto si consolida un punto di vista comune dell'istituzione. È naturalmente un'attività che rimane, anzi deve rimanere riservata». Nel caso delle Generali però, non certo per responsabilità dell'istituzione, la consegna del silenzio è stata rotta. «Nessuno – rileva Giannini – si aspettava una simile pubblicità nella dialettica interna ad un consiglio di amministrazione. È il motivo per cui abbiamo rivolto l'invito ad abbassare i toni. Non è nostra abitudine confrontarci in una dialettica così violenza attraverso i mezzi di comunicazione».

Nel livello di dettaglio che la compagnia triestina ha dato in questi giorni, prima sui suoi accordi con il finanziere ceco Petr Kellner e poi sull'articolazione della sua corporate governance si può cogliere il pressing svolto dall'autorità perchè fossero meglio chiariti – a quanto si sa – le caratteristiche della joint venture nell'Europa orientale, e, sui temi della governance, i ruoli del group Ceo Giovanni Perissinotto, del presidente Cesare Geronzi, del Cfo Raffaele Agrusti e dei rapporti tra Perissinotto e l'altro amministratore delegato Sergio Balbinot.

Le risposte ottenute sono state soddisfacenti? Su questo Giannini non intende parlare e neppure svela il contenuto della seconda lettera inviata dall'Istituto che oggi sarà al vaglio del Cda di Generali. Ma tiene a ribadire che il comportamento dell'istituto nell'intera vicenda sia stato irreprensibile. «Sono del tutto sereno e convinto che l'Isvap abbia fatto per intero il suo dovere».

IL PERSONAGGIO
Assicuratore
Nato a Roma nel 1939, laureato in Giurisprudenza, nel 1964 inizia a lavorare in Assitalia, fino al grado di direttore generale e poi amministratore delegato (1994). Dal luglio 1993, per circa sei anni, è stato anche amministratore delegato dell'Ina SpA. È stato fra l'altro presidente della Bnl Vita e consigliere di varie compagnie di assicurazioni. Dal maggio 2002 è presidente e direttore generale dell'Isvap.

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