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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2011 alle ore 10:42.

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Cala (ancora) il potere d'acquisto; scende la propensione al risparmio mentre crescono sia il reddito che il tasso d'investimento. Sono questi alcuni degli "aspetti" economici che, secondo l'Istat, hanno caratterizzato le famiglie italiane nel 2010. Guardando le tabelle dell'Istituto nazionale di statistica, ci si accorge che il reddito disponibile dei nuclei famigliari in termini reali (il potere d'acquisto) è sì cresciuto nell'ultimo trimestre dello scorso anno (+0,8%), ma sull'intero esercizio è sceso dello 0,6 per cento. E questo rispetto a un anno, il 2009, in cui il potere d'acquisto erà gia calato del 3,1 per cento.

Aumentano gli investimenti...
È salito, invece, il tasso di investimento (cioè il rapporto tra gli investimenti fissi lordi, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, e il reddito disponibile lordo) che si è attestato all'8,9 per cento, 0,2 punti percentuali in più rispetto al 2009. Un risultato conseguenza, essenzialmente, della crescita del 3,8 per cento degli investimenti.

..e diminuisce la propensione al risparmio
A fronte di questo aumento degli investimenti, si assiste al calo della propensione al risparmio (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile). La "voglia" di fare la formica, e non la cicala, si è attestata al 12,1 per cento, in diminuzione di 1,3 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Quali le motivazioni di questo trend? L'Istat risponde che «la riduzione della propensione al risparmio deriva da un aumento del reddito disponibile delle famiglie dello 0,9 per cento rispetto al 2009 e da una crescita più consistente (+2,5 per cento) della loro spesa per consumi finali».

Le società industriali fanno più profitti
Fin qui i numeri sulle famiglie. Ma cosa è accaduto sul fronte delle società industriali nel 2010? «La quota di profitto delle società non finanziarie (data dal rapporto tra il risultato lordo di gestione e il valore aggiunto lordo a prezzi base) - spiega l'Istat- è attestata al 41,5 per cento, 0,5 punti percentuali in più rispetto al 2009; il risultato lordo di gestione ha registrato una crescita del 3,2 per cento, superiore a quella del valore aggiunto». Il tasso di investimento, invece, si è attestato al 23,8 per cento, registrando una crescita di 1,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente: in particolare, «gli investimenti fissi lordi sono aumentati dell'8,7 per cento a fronte di una crescita del valore aggiunto dell'1,8 per cento».

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