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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2011 alle ore 08:18.

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PARIGI. Dal nostro inviato
È una richiesta comune ai governi: un «nuovo sforzo per individuare regole internazionali comuni, necessarie per avere un terreno di gioco alla pari». No al pretezionismo e sì al libero mercato è il messaggio che arriva dal G-8 business, la riunione delle Confindustrie dei paesi del G-8, che si è svolta ieri a Parigi, nella sede del Medef, l'organizzazione delle imprese francesi.
Sedute al tavolo, Emma Marcegaglia e Laurence Parisot, presidenti della Confindustria italiana e francese: Italia e Francia, i due paesi protagonisti nella vicenda Parmalat-Lactalis, inevitabilmente argomento di dibattito. Mentre i politici litigano, le imprese concordano: il rispetto del mercato è un primario interesse per tutti. Nella dichiarazione finale, che sarà inviata ai governi, un intero paragrafo sottolinea il no a quasiasi forma di protezionismo, a barriere tariffarie e non tariffarie. «Gli investimenti stranieri - è scritto - sono la fonte maggiore di liquidità e di crescita e che va evitata qualsiasi forma di nazionalismo in economia».
Nessun riferimento diretto, come è prassi in un documento ufficiale comune. Ma sono state molto più esplicite la Marcegaglia e la Parisot, durante la conferenza stampa. «Confindustria non ha sostenuto la decisione del governo italiano di difendere Parlamat perchè siamo a favore del libero mercato», ha detto la Marcegaglia, sottolineando che i rapporti tra Confindustria e Medef «sono eccellenti».
La Parisot l'ha confermato: «Sulla questione Parmalat non ci sono divergenze di opinione tra noi e Confindustria. Siamo per il mercato: certo, ognuno di noi tiene alle proprie aziende. Ma penso che debba vincere il migliore. L'importante è che le regole del gioco siano uguali per tutti e che non vengano cambiate in corsa», ha aggiunto, riferendosi all'intervento del governo italiano. «Più che ad un patriottismo economico nazionale dovremmo immaginarne uno europeo». Perplessa la Marcegaglia anche sul Fondo di investimento strategico italiano su modello di quello francese: «Bene un fondo che aiuti le imprese, ma per come si sta elaborando, mi sembra di respiro un po' corto».
Di mercato, immigrazione ed energia le due presidenti hanno discusso giovedì pomeriggio, in un colloquio riservato con il numero uno del governo francese, Francois Fillon. Ed è stato lui, vista la sintonia tra le due organizzazioni, a sollecitare un loro coinvolgimento nel confronto tra i governi, a breve (potrebbe accadere nel vertice annuale intergovernativo italo-francese, che si terrà a Roma il 26 aprile), per favorire il dialogo.
Altra partita dove le strade italiane e francesi si incrociano è Generali. La Marcegaglia, interpellata prima che fosse ufficiale la nomina a presidente di Gabriele Galateri, ha preferito glissare sul futuro della compagnia: «Vedremo quale scelta ci sarà: sarà indicativo di quale strada si vorrà prendere».
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