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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2011 alle ore 08:18.
Tassi in risalita. Non solo variabili, ma anche fissi. La recente manovra della Banca centrale europea – che nel direttivo del 7 aprile ha portato il costo del denaro dall'1 all'1,25% – farà automaticamente salire le prossime rate dei prestiti a tasso variabile. Ma renderà con ogni probabilità (al netto di promozioni bancarie) più cari anche gli interessi sui nuovi mutui a tasso fisso (rispetto a quelli stipulabili oggi).
Come mai? L'istituto di Francoforte guidato da Jean-Claude Trichet ha lasciato intendere che non sono da escludere altre mini-strette nei prossimi mesi. Gli analisti si aspettano un nuovo rialzo a luglio e uno successivo tra dicembre e inizio 2012. Ciò significa che siamo entrati in una fase di politica monetaria «seppur accomodante» (come ha definito la Bce perché i tassi restano abbondantemente sotto la media storica del 3%), pur sempre restrittiva. In conseguenza dovrebbero aumentare i rendimenti dei titoli di Stato, compresi quelli del Bund tedesco, considerato il titolo più affidabile dell'Eurozona.
L'aumento dei rendimenti del Bund non è indifferente sul fronte mutui. Perché gli Eurirs – i parametri su cui vengono agganciate alla stipula le rate dei prestiti ipotecari a tasso fisso – seguono proprio l'andamento del Bund. E, non a caso, stanno salendo. In particolare gli Eurirs a 20 e 25 anni (le durate oggi più gettonate) hanno superato nel corso di questa settimana la soglia del 4 per cento (ad agosto 2010 erano al 2,67% mentre il mese scorso erano al 3,8%). E potrebbero continuare a crescere. «I rendimenti del Bund dovrebbero salire ancora nel corso del 2011 in virtù della politica monetaria della Bce – spiega Antonino De Gaetani, gestore obbligazionario di Bnp Paribas investment partners –. I titoli a 10 anni (attualmente intorno al 3,5%, ndr) potrebbero portarsi a ridosso del 4 per cento». Se così fosse i nuovi mutui a tasso fisso – che nella maggior parte dei casi hanno superato la soglia del 5% – potrebbero essere offerti nei prossimi mesi a prezzi più cari, in partenza rispetto a un mutuo stipulato oggi, di 30-40 punti base. Il che, nell'ipotesi di un prestito di 150mila euro da rimborsare a 20 anni, vuol dire 35 euro in più al mese (rate più costose del 3,5%).
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