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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2011 alle ore 17:44.

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Il pm di Milano Luigi Orsi ha chiesto di condannare l'ex presidente di Unipol Giovanni Consorte a 4 anni e 7 mesi di reclusione e un milione e 200 mila euro di multa e l'ex governatore di Banca Italia Antonio Fazio a 3 anni e 6 mesI più 700 mila euro di multa. Quattro anni sono stati chiesti per l'editore Caltagirone. Quanto a Ivano Sacchetti, ex vice presidente di Unipol, il pm ha chiesto quattro anni e quattro mesi di condanna e 1,1 milioni di euro di sanzione. Stessa richiesta per Carlo Cimbri, già direttore generale di Unipol e oggi ad della compagnia bolognese, mentre ha chiesto l'assoluzione per Pierluigi Stefanini, presidente di Coop Adriatica all'epoca dei fatti, attualmente presidente di Unipol. L'assoluzione è stata chiesta anche per l'ex raider Emilio Gnutti.

Per gli immobiliaristi Stefano Ricucci, Danilo Coppola e Giuseppe Statuto il pm ha chiesto 3 anni di reclusione e 600 mila euro di multa. Riguardo agli altri cosiddetti contropattisti (che vendettero a Unipol il pacchetto il loro possesso), ha chiesto anche per i fratelli Lonati 3 anni di reclusione e 600 mila euro di multa, mentre per Giulio Grazioli ha chiesto 2 anni e 400 mila euro di multa. Chiesta l'assoluzione per Filippo De Nicolais e Rafael Gil-Alberdi, allora manager di Deutsche Bank. Per tutte le 21 persone imputate le accuse sono a vario titolo di aggiotaggio, ostacolo agli organi di vigilanza e, solo per Giovanni Consorte, anche insider trading.

Il pm Gaetano Ruta che insieme al collega Orsi rappresenta l'accusa al processo per la tentata scalata a Bnl da parte di Unipol, ha chiesto poi la condanna della compagnia assicuratrice (Unipol), imputata in qualità di ente, a una sanzione pecuniaria di 975 mila euro. Il pm ha inoltre chiesto una sanzione pecuniaria di 600 mila euro per Banca Carige, Banca Popolare di Vicenza, Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Deutsche Bank. Infine è stata avanzata la richiesta di non dichiarare la responsabilità amministrativa di Hopa e di Coop Adriatica.

La requisitoria: Bankitalia fu «motore immobile»
La Banca d'Italia presieduta dal «direttore d'orchestra» Antonio Fazio, ha rappresentato «il motore immobile» della tentata scalata di Unipol a Bnl. Lo ha affermato il pm Luigi Orsi nella sua requisitoria nel processo in corso a Milano. Secondo il magistrato, Fazio fu il «regista dell'operazione quando ancora nessuno degli altri soggetti che poi sarebbero intervenuti era attivo». Egli pose le «premesse per trovare qualcuno che facesse l'operazione», coltivando la sua politica autarchica in difesa dell'italianità delle banche che sarebbe poi stata esercitata nella vicenda Unipol contro gli spagnoli del Bbva. Unipol, ha spiegato Orsi, «fu quasi raccolta per strada» e grazie alla sinergia tra Fazio e Frasca gli venne data la forza per tentare l'impresa di scalare Bnl.

Per Orsi, l'aggiotaggio che è stato contestato in questo processo si differenzia da quello che ha portato all'assoluzione di numerosi banchieri nel procedimento Parmalat, pochi giorni fa. In quest'ultimo caso, infatti, spiega, si trattò di un «aggiotaggio-truffa» nei confronti dei risparmiatori oppure di «un soggetto disperato che raccontò balle al mercato per dire che era vivo mentre invece era morto». «Qui siamo di fronte ad un altro caso - ha affermato Orsi - questa è una operazione di portata sistemica che riguarda la politica e la vigilanza bancaria in Italia, come si è visto anche in Antonveneta».

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