Wall Street chiude la seduta contrastata. Il Dow Jones perde lo 0,21%, il Nasdaq guadagna lo 0,20% mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,16 per cento. Prevale l'incertezza nonostante i buoni dati arrivati dal comparto immobiliare: a marzo le vendite di nuove case negli Stati Uniti sono aumentate dell'11,1%, a 300mila unità (dato annualizzato): lo rende noto il Dipartimento del Commercio. Si tratta di un dato che va oltre le attese di 280.000 unità vendute.

I dati macroeconomici di giornata
L'aumento più forte delle attese delle vendite di case nuove non è sufficiente a rassicurare gli investitori, preoccupati per il possibile impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia sull'economia. La pausa degli investitori è anche in attesa della Fed, che si riunirà domani e comunicherà le proprie decisioni di politica monetaria mercoledì. I tassi sono previsti restare invariati fra lo 0 e lo 0,25% e gli osservatori attendono indicazioni sul piano di acquisto di titoli di stato da 600 miliardi di dollari.

Le trimestrali di giornata
Sui listini americani pesa Kimberly-Clark, multinazionale della carta, che perde terreno in borsa dopo la trimestrale al di sotto delle attese e la revisione al ribasso delle stime sugli utili del 2011. «Molte società iniziano a essere un po' più caute nelle previsioni. La pressione che arriva dall'aumento dei costi si farà sentire nella seconda metà dell'anno» dice al Wall Street Journal Ben Hulliburton, chief investment officer di Tradition Capital Management.

Cina pronta ad aumentare gli acquisti di metalli preziosi
Nuovo record di oro e argento al mercato delle commodities. In attesa di indicazioni dalla Federal Reserve, il mercato punta sui preziosi anche sulla scia dell'indiscrezione secondo cui la Banca Centrale cinese starebbe pensando di aumentare gli acquisti di metalli preziosi per diversificare le proprie ingenti riserve in valuta estera. Queste ultime hanno raggiunto quota 3.000 miliardi di dollari. La strategia della banca centrale cinese sarebbe creare vari fondi di investimento in modo da poter intervenire sui mercati delle materie prime e delle valute straniere senza dover stampare yuan. Attualmente la banca centrale interviene sul mercato stampando yuan e acquistando valuta straniera per tenere basso il tasso di cambio (e in questo modo favorendo le esportazioni). Questa pratica ha però l'inconveniente di aumentare la liquidità nel sistema e di conseguenza le pressioni inflazionistiche. Gran parte delle riserve cinesi è costituita da dollari che però hanno subito una certa svalutazione in questi mesi. Questo spiega l'interesse di Pechino a diversificare.

Corrono oro e argento
L'oro è quindi balzato a quota 1.518,32 dollari l'oncia e l'argento a 49,79 dollari l'oncia non lontano dai record raggiunti nel 1980. Dall'inizio dell'anno il prezzo dell'argento è salito di quasi il 60% dopo il balzo dell'80% segnato nel 2010. Il petrolio, dal canto suo, è in rialzo sul mercato di New York, dove il prezzo del greggio con consegna a giugno è salito a 113,07 dollari, guadagnando più di 78 centesimi, e facendo registrare la quotazione maggiore dall'11 aprile scorso. Corre anche il Brent del Mare del Nord a quota 122 dollari al barile.

Tokyo in lieve flessione
La Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dello 0,11%, in attesa dei risultati trimestrali di diverse società e delle prime statistiche macro economiche dopo il terremoto dell'11 marzo. In particolare: l'indice Nikkei è sceso a 9.671,96 punti; il Topix ha perso 1,50 punti, archiviando la seduta in ribasso dell 0,18%. I volumi sono stati molto deboli con 1,46 miliardi di azioni scambiate sul mercato.

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