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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 07:36.

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La domanda sorge spontanea. Quanto è sostenibile un prestito di 3,4 miliardi di euro, quello contratto per scalare il 100% di Parmalat, per un gruppo come Lactalis, che ha già un indebitamento netto di 2,3 miliardi? La risposta ci sarà soltanto fra qualche anno, quando si saprà se la famiglia Besnier sarà riuscita a portare a compimento il suo sogno di grandeur internazionale, un sogno che si sta concretizzando grazie alle linee di credito concesse da grandi banche commerciali come Société Générale, Natixis, Crédit Agricole e il colosso britannico Hsbc.

Di sicuro, i giganti del credito che hanno finanziato Lactalis per l'Opa su Parmalat hanno fatto i loro calcoli: basati sulla capacità del gruppo d'Oltralpe di generare cassa nei prossimi anni, ma anche sulle sostanziose garanzie ottenute dalle attività della holding dei Besnier (la Bsa Holding) a tutela dei loro crediti: circa 850 milioni a testa per i quattro istituti che verranno poi risindacati con altre banche. L'Opa su Parmalat sta progressivamente facendo luce sui numeri di bilancio del gruppo familiare di Laval, nell'ovest della Francia, un colosso alimentare con 126 siti industriali nel mondo e 38.200 dipendenti che ha sempre fatto della riservatezza una ferrea regola aziendale. Ma quali sono i numeri della famiglia Besnier, grazie ai quali il colosso transalpino ha lanciato l'assalto finale a Collecchio? Eccoli sintetizzati in tre punti.

e Lactalis ha toccato nell'ultimo bilancio un fatturato consolidato di 9,4 miliardi, con un margine operativo lordo di 900 milioni e un indebitamento netto di 2,3 miliardi, che comprende anche il finanziamento dell'acquisto del 29% di Parmalat fatto nei mesi scorsi per 1,3 miliardi. Il rapporto debito/Mol era dunque di 2,5 volte prima del lancio della scalata sul 100% di Parmalat, mentre il rapporto fatturato/Mol di circa 10 volte.

r Dopo l'Opa su Parmalat i dati economici del gruppo francese cambiano totalmente. Dall'integrazione con Parmalat nascerebbe un gruppo da circa 14 miliardi di fatturato con un margine operativo lordo di circa 1,4 miliardi e un rapporto fatturato/Mol di 10 volte, più o meno in linea con la passata gestione dei Besnier.

L'indebitamento consolidato del gruppo francese dopo l'Opa arriverà a 5,7 miliardi di euro. Da considerare gli 1,4 miliardi cash di Collecchio, che potranno essere utilizzati per finanziare le acquisizioni delle attività internazionali della casa madre nel latte (in modo di fare di Parmalat un player internazionale) e che di conseguenza serviranno anche a rimborsare parte dell'esposizione bancaria a monte nella holding dei Besnier. Ma qui nascono due diverse opzioni. Nel caso di Opa sul 100% di Parmalat il rapporto debito/Mol si attesterebbe a 4 volte. Tuttavia la soglia minima prefissata per l'offerta pubblica è sul 55% del capitale del gruppo italiano: in questa seconda ipotesi il rapporto tra debiti e Mol scenderebbe a 2,5 volte.

t Una delle critiche fatte a Lactalis riguarda la controllata italiana che ha inglobato circa 800 milioni di debiti a causa dell'acquisizione di Galbani e che ha margini in calo. Nel 2009 il fatturato di Lactalis Italia ha toccato 1,3 miliardi, con un margine operativo lordo a 129 milioni. Nel 2010 i dati saranno tuttavia in miglioramento: 1,4 miliardi di ricavi, con un Mol in crescita a 145 milioni e posizione finanziaria netta in linea con il 2009.

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