Il d.g. Fiorenzo Dalu

MILANO - Svolta al vertice della Banca Popolare di Milano. Il direttore generale Fiorenzo Dalu è dato in uscita a breve dopo che ieri mattina, stando alle indiscrezioni, il presidente Massimo Ponzellini avrebbe comunicato al direttivo dell'associazione Amici della Bpm – parlamentino dei sindacati-azionisti che di fatto nomina la maggioranza del consiglio di amministrazione – l'intenzione di procedere a un avvicendamento al vertice. Una svolta che fa seguito a un'improvvisa visita di Ponzellini in Banca d'Italia quando, nella giornata di martedì, il presidente di Bpm ha disertato il comitato esecutivo della banca – gestito dal vicepresidente vicario Mario Artali – per andare a Roma a incontrare il vicedirettore generale di Bankitalia Anna Maria Tarantola e il capo della Vigilanza Stefano Mieli. Incontro che Ponzellini – a differenza di quanto era abitudine fare – ha avuto da solo, senza essere accompagnato da Dalu.

Una mossa, quella di Ponzellini, che tenta di cavalcare il malcontento nei confronti di Dalu stesso da parte delle componenti sindacali ora maggioritarie in Bpm. Lo scontro sotterraneo, in vista del rinnovo dell'associazione Amici della Bpm in calendario a ottobre, vede protagoniste la Uilca – in cui è da tempo confluita la componente ciellina vicina al vicepresidente Graziano Tarantini – che ha fatto asse con la Fisac-Cgil, che ha da pochi mesi subìto la scissione dell'area "socialista" (grande elettrice di Dalu) confluita nella Fiba-Cisl. La Fabi – sindacato autonomo e finora maggioritario in Bpm, sponsor della nomina di Ponzellini presidente due anni fa – forse anche per non trovarsi spiazzata da una nuova maggioranza interna, si è aggregata al ticket Fisac-Cgil/Uilca per spodestare Dalu. Ma la manovra, appena iniziata, potrebbe essere a più ampio raggio. E già c'è chi in Piazza Meda intravede il disegno di Fisac e Uilca di avviare le manovre per cambiare anche il presidente, il cui mandato scade però tra un anno, puntando su un ticket che vedrebbe Tarantini alla presidenza (Uilca, di area Compagnia delle Opere) con Enrico Corali (Fisac-Cgil) nel ruolo di vicepresidente vicario al posto di Artali.

La vera battaglia di potere interna al microcosmo Bpm, a guardare bene, è anche lo specchio – pur deformato dalle logiche interne a una banca ipersindacalizzata – dello scontro che si sta combattendo a Milano e in Lombardia tra la Lega Nord e la costola della Compagnia delle Opere che sta acquisendo un peso crescente dentro il movimento di Comunione e Liberazione.

Per il momento, in ogni caso, la svolta al vertice riguarda solo la direzione generale. Dalu avrebbe preso atto della richiesta di Ponzellini, motivata dalla sfiducia della maggioranza del consiglio. L'attuale direttore generale, che dopo una lunga carriera interna al gruppo era balzato al vertice su indicazione della Fisac-Cgil, starebbe trattando l'uscita. La formalizzazione dovrebbe avvenire nel consiglio di amministrazione del 3 maggio. Ma non è ancora certo se Dalu presenzierà all'assemblea dei soci di sabato 30 aprile. Da più parti, nelle ultime ore gli sarebbero giunte richieste di partecipare salutando soci e dipendenti della banca in cui lavora da quasi quaranta anni. Per la successione, in pole position, c'è il condirettore generale Enzo Chiesa che sta lavorando all'aggiornamento del piano industriale e all'aumento di capitale – imposto da Bankitalia – che saranno approvati dal consiglio del 12 maggio. Data in cui il board dovrebbe anche procedere alla nomina di Chiesa alla carica di direttore generale. A meno di sorprese, mai impossibili in Bpm. Tra gli interni al gruppo, i papabili sono Marco Turrina (Akros) e Andrea Cardamone (Webank). Ma c'è anche chi non esclude che Ponzellini stia valutando ipotesi esterne. Data l'urgenza della nomina e la necessità di procedere in corsa, nel mezzo di una tempesta che vede Bpm esposta ai venti contrari del mercato e con risposte immediate da dare a Bankitalia, la soluzione più probabile è che si punti su Chiesa.
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