In Rcs non c'è tregua. Anzi, in vista dell'assemblea di oggi, a riscaldare l'atmosfera di polemiche si è aggiunto anche Massimo Pini, rappresentante dei Ligresti nel patto di Rcs: «Non vedo Diego Della Valle fare l'editore del Corriere della Sera – ha detto ieri Pini – farebbe ridere come Ricucci». Insomma, non proprio una gentilezza nei confronti del socio Della Valle che considerava Stefano Ricucci «un ragazzotto dal passo più lungo della gamba». E poi il patron della Tod's vuole veramente fare «l'editore del Corriere della Sera»? Su questo Pini non si è espresso: «su Rcs non c'è nulla su cui riflettere, ma solo il rischio che qualcuno voglia impossessarsi del giornale».

A giudicare dall'andamento del titolo (1,33 euro), l'"estate dei furbetti" (6,77 euro) sembra ancora lontana; più che le azioni, volano gli stracci. L'imprenditore Tarak Ben Ammar nei giorni scorsi ha invitato Della Valle a comprarsi il "Corriere della Sera", sostenendo che «sarebbe un elemento di chiarezza». Della Valle ha replicato dicendo che Ben Ammar pensa che il quotidiano «serva per fare i cappelli da muratore». Ora arriva l'intervento di Pini che richiama in ballo anche il fantasma di Ricucci. Un segnale interessante. Perché storicamente Salvatore Ligresti, che «non intende uscire dal patto», si è sempre ritagliato un ruolo da riconcilitore nei crocevia del "salotto buono" e le dichiarazioni di Pini - suo fedelissimo - sembrano indicare la presenza di malumori e toni accesi persino fra i soci "pacificatori". Un falso segnale? Si vedrà. Oggi l'assemblea di Rcs dovrà approvare il bilancio 2010 e confermare i tre nuovi consiglieri entrati recentemente in consiglio. Si tratta di Roland Berger, arrivato in sostituzione dello scomparso Berardino Libonati; di Giuseppe Rotelli, primo socio di minoranza subentrato al suo rappresentante, Marco De Luca; e di Vittorio Malacalza, al posto del dimissionario Claudio De Conto.

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