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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 19:23.

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Come mai Bollorè ha cambiato idea e ha votato a favore dei conti 2010 di Generali? "Le notti portano consiglio. Per me era chiaro fin dall'inizio, per lui no. Sono contento", è la spiegazione del ceo Giovanni Perissinotto, nel botta e risposta con i giornalisti che tradizionalmente conclude la giornata assembleare della compagnia triestina.

Aumenti di capitale? "In base ai nostri piani, riusciremo a crescere finanziando la produzione e remunerando i soci, creando al tempo stesso da qui all'inizio del 2014 un free cash flow di 4 miliardi di euro". Quindi il gruppo ha "tutti gli elementi per crescere", senza particolare interesse per un'operazione esterna, anche se questo non esclude che "un qualche selezionato deal si possa fare, ma più di nicchia e di complemento rispetto agli investimenti interni". Ppf? "Un ottimo accordo. Pagare un premio di maggioranza poteva significare anche 1 miliardo" e comunque una revisione degli accordi non è all'orizzonte, tanto meno all'odg del prossimo cda di maggio. "Sono accordi stabili e di soddisfazione e stanno andando bene. Potrebbe esserci l'aggiunta di qualche nuovo Paese dell'Est Europa. Siamo molto contenti e convinti che avremo molta soddisfazione da quella regione", assicura Perissinotto. Sugli accordi con Ppf le Generali stanno peraltro lavorando con Mediobanca come advisor e anche in questo caso "la conclusione cui stanno arrivando è che la partnership funziona bene e va mantenuta nella sua forma attuale". Al ceo, peraltro, non dispiacerebbe fare affari anche in Russia con Kellner, che sarebbe del resto prontissimo a farli. La quota in Rcs, oggetto di tante polemiche? "Il valore dell'investimento è di 22 mln di euro, quindi cifra non significative e in una Borsa depressa. Anche se volessimo vendere, non è un gran momento. Penso che non ci saranno novità in arrivo". La quota in Commerzbank, già in netta discesa rispetto al 4,9% iniziale? "E' una quota finanziaria: progressivamente usciremo del tutto, in base alle condizioni di mercato". Le divergenze di strategie con Geronzi? "Le deleghe sono sempre state chiare. Il piano industriale è stato fatto con Sergio Balbinot e i nostri collaboratori. Ogni tanto ci sono state esternazioni che non corrispondevano al piano, ma non è che noi abbiamo deviato dal piano approvato dal cda", è la risposta. Geronzi potrà consolarsi con la presidenza della Fondazione Generali, che avrà a disposizione 2,5 milioni l'anno. Lui però potrà utilizzare in autonomia solo fine a 10mila euro. Tra gli elementi salienti dell'assemblea anche il voto dei fondi internazionali, presenti in assemblea con il 9,7% del capitale sociale. E' proprio dall'area fondi che sarebbe arrivato buona parte del voto contrario, pari al 6,4% del capitale, alla proposta assembleare in materia di remunerazione del management. Sui long term incentive plan c'e' probabilmente la necessità di un adattamento alle esigenze informative, molto dettagliate, degli investitori istituzionali, ha spiegato il presidente di Generali, Gabriele Galateri. Diverso il discorso sulla maxi-liquidazione di Geronzi: "se non si fosse risolto in quella maniera, si sarebbero potuti produrre altri danni". Dichiarazioni soddisfatte, infine, dai grandi soci. Il vice-presidente Francesco Gaetano Caltagirone conferma la ristabilita armonia e si augura un Leone "industrialmente all'attacco" che, però in materia di aggregazioni "sta bene dove sta". "La nostra priorità è la chiarezza di govenance ora raggiunta", ha sottolineato Alberto Nagel, ad di Mediobanca e vice-presidente del Leone. Per Diego Della Valle è stata "un'ottima assemblea" e con Bolloré non ci sono problemi e "non da adesso", perché – spiega a margine dell'assemblea – "siamo amici da sempre ed è stato saggio" il gesto che ha fatto oggi approvando il bilancio". E' scoppiata la pace? "C'era già", è stata la risposta del patron di Tod's. La sintesi finale è del presidente Galateri, che conclude la conferenza stampa: "il quadro è di una compagnia con tutte le cose a posto, anche a livello di governance. Le Generali hanno tutti gli elementi per mettere a frutto e valorizzare l'incredibile spirito di corpo che ho visto solo alla Fiat, ai tempi in cui ero ragazzino e che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi cui puntiamo".

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