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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 08:20.

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Le Generali archiviano un anno turbolento e avviano il dopo-Geronzi. Oggi, incontrando i propri azionisti convocati per l'assemblea annuale di fine aprile, i manager del Leone spiegheranno cosa è successo. Quale reazione chimica non prevista ha causato dopo meno di un anno dal suo insediamento il traumatico divorzio da Cesare Geronzi nominato presidente al termine dello scorso meeting.

E quali strascichi quella brusca separazione porta ancora con sé, ad esempio nei rapporti con il vice presidente francese della compagnia Vicent Bolloré per il quale un articolo di Les Echos ipotizzava ieri un improbabile impeachment. Bolloré voterà in assemblea a favore del bilancio 2010 oppure si asterrà come ha fatto nel Cda dello scorso marzo? «Suspence», ha risposto sorridendo lo stesso finanziere a chi lo ha interpellato al termine della riunone del board che ieri ha proceduto ad alcune nomine. La maggiore sorpresa riguarda la designazione del Group Ceo Giovanni Perissinotto come rappresentante della compagnia anche nel patto di sindacato di Mediobanca oltreché in quello di Pirelli, ciò che conferma l'assoluta presa che il manager ha ormai sulle leve operative del gruppo. Il Chief financial officer Raffaele Agrusti andrà, come previsto, nel patto di Rcs. In arrivo anche un cambio al vertice di Alleanza Toro dove, su proposta dei country manager Paolo Vagnone, Andrea Mencattini assume l'incarico di amministratore delegato al posto di Luigi de Puppi che passa alla presidenza. Il board ha provveduto anche a nominare Oliviero Edoardo Pesti nel delicato ruolo di segretario del consiglio, sostituendo Antonio Scala che era stato indicato dal precedente presidente. Per il momento la dimissionaria Ana Botin non verrà sostituita in consiglio.

Per tornare all'assemblea di oggi uno dei temi più caldi riguarderà probabilmente le retribuzioni. Il paracadute di platino, più che d'oro, accordato a Geronzi (una buonuscita di oltre 16 milioni di euro) ha fatto molto discutere. Ha spinto la Consob a chiedere che i manager spieghino in assemblea come si giustifica una simile cifra. Ed è un elemento che ha influito sull'orientamento dei fondi esteri, presenti in gran numero all'assemblea del Leone (rappresentano il 9,5% del capitale sociale, circa tre volte la quota che detenevano lo scorso anno). Oggi si apprestano a votare in maggioranza contro i punti 4 e 5 dell'ordine del giorno della riunione, relativi alla policy retributiva della compagnia ed ai piani di incentivazione di lungo termine.

L'ex banchiere romano si era materializzato lo scorso anno nella sede delle Generali proprio nella tradizionale conferenza stampa che sempre fa seguito all'assemblea, per parlare della sua scommessa professionale nel Leone triestino. Un innesto che non ha funzionato provocando al contrario uno dei periodi più laceranti ed oscuri nella vita della compagnia. Oggi, a fare gli onori di casa ed a guidare l'assemblea vi sarà Gabriele Galateri, nominato all'inizio di aprile al posto di Geronzi e che ieri ha ricevuto dal Cda la delega a guidare il comitato di corporate governance. Dietro allo stesso tavolo, nel rispondere alle domande dei soci assieme a Galateri saranno Perissinotto, il vero vincitore dello scontro al vertice del gruppo e, assieme a lui, l'altro amministratore delegato Sergio Balbinot, ed i vice presidenti Francesco Gaetano Caltagirone, Alberto Nagel e, appunto, Bollore. È fin troppo facile che soprattutto quest'ultimo sarà il bersaglio delle domande dei soci, perché spieghi in assemblea le ragioni della sua presa di distanza dal management operativo soprattutto sulla joint venture nell'Europa dell'Est con il gruppo ceco Ppf. Secondo Les Echos «non è escluso un nuovo coup de theatre, per quanto riguarda Vincent Bollorè» che «rischia, come minimo, di essere messo sotto torchio dai piccoli azionisti» e forse addirittura di perdere il posto di vicepresidente. Ma non è quello che avverrà. Dopo un anno di tensioni e dissidi il vertice delle Generali vuole dare di sé soprattutto un'immagine di concordia ed armonia.

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