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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2011 alle ore 14:59.

di Vittorio Da Rold
L'economia italiana ha superato la fase di profonda recessione innescata dalla crisi globale e sembra impostata per un graduale ripresa. La forza di questa ripresa però è incerta: sarebbe saggio prevedere una crescita lenta come visto nel decennio prima della crisi. Quindi, la priorità restano le riforme strutturali per aumentare il potenziale di crescita, mantenendo un quadro stabile di bilancio orientato al consolidamento, come adeguatamente perseguito durante la crisi. Tale politica può sostenere la fiducia nella finanza pubblica italiana di fronte al grande stock di debito pubblico, a sua volta aiutare per sostenere il sistema finanziario, la cui salute è fondamentale per la ripresa.
POLITICA FISCALE
La politica fiscale deve puntare a un risanamento a breve termine e la sostenibilità a lungo termine. L'Italia ha ora un quadro soddisfacente per la pianificazione della spesa complessiva e ricavi nell'arco di tre anni e sarà sottoposti a test nel corso degli anni 2011-13. L'obiettivo del governo è di ridurre il disavanzo complessivo inferiore al 3% del Pil entro il 2012. Piani enfatizzano il contenimento della spesa, ma i risultati per alcuni componenti - un blocco dei salari del settore pubblico, tagli dei trasferimenti alle regioni e sul fronte della lottra all'evasione - sono incerti. Se si dovesse verificare un deragliamento dei conti, occorrebbe operare ulteriori tagli alla spesa e una possibile azione fiscale, cominciando con l'ampliamento della base imponibile. Due decenni di riforme delle pensioni hanno dato un contributo fondamentale alle sostenibilità a lungo termine.
LE RIFORME STRUTTURALI
La politica strutturale deve rimanere all'ordine del giorno. Tutte le questioni individuate nella precedente indagine rimane importante. La liberalizzazione che è iniziata nel settore dei servizi dovrebbe essere completata ed estesa a altri settori, ad esempio ai trasporti e i servizi locali. La riforma della pubblica amministrazione ha dimostrato qualche successo iniziale, nel migliorare la trasparenza, ma gli aspetti più profondi dei piani per migliorare efficienza della pubblica amministrazione devono essere ancora perseguiti. L'uso di meccanismi di controllo diversi, quali l'analisi d'impatto della regolamentazione e analisi della spesa pubblica, dovrebbe diventare parte integrante dellle politiche pubbliche.
UNIVERSITA'
La normativa di settore universitario si è concentrata correttamente sulla governance delle università pubbliche. Le università, i potenziali studenti e il governo soffrono tutti però di una carenza di informazioni chiare sulle performance delle varie università. Con una migliore governance in atto, le tasse universitarie dovrebbero essere aumentate progressivamente per riflettere una quota maggiore dei costi, il che farebbe aumentare i finanziamenti diretti all'università. Un sistema di prestiti legati a un rimborso futuro del tipo di quelli inglesi sarebbe anche necessario per sostenere l'accesso degli studenti all'istruzione universitaria. Serve una nuova agenzia che monitori il livello della qualità delle Università attraverso degli indicatori affidabili. Occorrono ulteriori azioni per facilitare la collaborazione tra università e imprese. Infine sulle politiche ambientali queste ultime dovrebbero essere meglio focalizzate sullo sviluppo di metodi economicamente efficienti per conseguire obiettivi ambientali.
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