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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 06:43.

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Aiutati dal clima favorevole, gli agricoltori brasiliani stanno avviando in questi giorni il raccolto di caffè, che potrebbe essere il più abbondante della storia per un'annata debole del ciclo biennale: 43,5 milioni di sacchi da 60 kg secondo la previsione aggiornata ieri dall'agenzia statale Conab, il 9,6% in meno rispetto alla passata stagione, ma il 10,1% in più rispetto a due anni fa.
Buone notizie per un mercato che non è mai stato così assetato di caffè, in particolare della varietà arabica, di cui il Brasile è il più grande – anche se non il più apprezzato, in termini di qualità – produttore mondiale. È stato proprio il crollo delle scorte di arabica, legato a gravi problemi produttivi per due stagioni consecutive in Centro America, il motore del rally che nell'ultimo anno ha fatto raddoppiare le quotazioni del caffè arabica all'Ice, fino a livelli superiori a 3 cents per libbra: un record da 34 anni per la seconda posizione dei futures, la più scambiata. Le forniture, particolarmente scarse in questo periodo dell'anno, hanno tenuto i torrefattori lontano dai mercati, ma hanno attirato l'attenzione degli speculatori, che non hanno abbandonato del tutto la presa neppure nei giorni del crollo delle commodities: tra mercoledì e venerdì della scorsa settimana, mentre il petrolio crollava del 10,9%, il caffè arabica è arretrato del 5,9% e il robusta di appena lo 0,3 per cento.
Per quanto abbondante, la produzione brasiliana rischia comunque di non essere sufficiente a ristabilire un equilibrio sul mercato. «Dal Brasile negli ultimi 12 mesi abbiamo esportato 34 milioni di sacchi – spiega Michael Timm, managing director della società di export Stockler – Poiché il consumo interno ha ormai raggiunto 20 milioni di sacchi, significa che avremmo bisogno di 54 milioni di sacchi». Ben più di quanto Brasilia sia in grado di fornire, nonostante il Governo abbia appena annunciato l'intenzione di vendere gradualmente 1,55 milioni di sacchi di scorte accumulate nel 2009.
Anche per il caffè robusta, salito recentemente ai massimi da tre anni sulla scia dell'arabica, si profilano difficoltà. In Indonesia, dove di solito maggio segna il picco del raccolto, il caffè scarseggia al punto che dal mese scorso sarebbero già state cancellati cargo per almeno 3mila tonnellate. Quest'anno le piogge persistenti hanno provocato una fioritura anticipata degli arbusti e i coltivatori, allettati dai prezzi record, hanno raccolto il caffè con troppo anticipo, disturbando il ciclo riproduttivo. Anche le scorte accumulate l'anno scorso sull'isola di Sumatra si starebbero esaurendo rapidamente.
Benché Giakarta sia il secondo produttore mondiale di robusta, la sua quota non supera il 6% del mercato. le sue difficoltà in teoria potrebbero essere compensate facilmente dal Vietnam. Ma anche in questo Paese il ritmo delle esportazioni – finora molto sostenuto, grazie ai prezzi – sta rallentando: stime ufficiose indicano che questo mese l'export calerà a 80-100mila tonn, dopo le 130mila di aprile e le oltre 160mila di marzo.
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