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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2011 alle ore 12:31.
L'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) nel suo rapporto mensile, pubblicato oggi ha ridotto per la prima volta le stime sulla crescita della domanda mondiale di petrolio per il 2011. L'incremento dei consumi sarà di 1,3 milioni di barili al giorno (+1,5%), 190mila barili in meno rispetto alla stima del precedente rapporto, per una domanda complessiva di 89,1 milioni di barili, contro 87,9 milioni del 2010. Ma i prezzi continueranno a salire.
Perchè tagliare la stima
Le stime sono domnda sono state tagliate per due ragioni.La prima, che i prezzi sono troppo alti e frenano la domanda soprattutto negli Stati Uniti; la seconda, che l'economia dei paesi più avanzati, come mostrano le stime del Fmi, cresce meno del previsto. Il prezzo record della benzina, arrivato negli Stati Uniti quasi a quattro dollari al gallone, potrebbe limitare fortemente i consumi per gli spostamenti estivi.
Ma i prezzi non scenderanno
Ma il mercato resterà tirato, a causa di difficoltà nelle forniture da parte dei produttori a e alla persistente forte domanda dei paesi in via di sviluppo. I prezzi quindi, secondo l'Aie, non scenderanno. Nella seconda parte dell'anno si prevede una riduzione degli stock per far fronte alla domada estiva, non compensata da un aumento della produzione Opec e questo continuerà a far salire le quotazioni.
Minore produzione Opec
L'Opec il mese scorso ha ridotto le forniture petrolifere in seguito al conflitto in Libia che la bloccato la produzione del paese nordafricano e che, secondo l'Aie,«resterà assente dal mercato per il resto del 2011». I 12 produttori Opec, che coprono il 40% della produzione mondiale, il mese scorso hanno pompato 28,75 millioni di barili/giorno, cioè 235mila barili in meno rispetto a marzo e 1,3 millioni in meno rispetto ai livelli pre crisi libica. Nel terzo trimestre, per coprire il fabbisogno mondiale la produzione Opec dovrebbe raggiungere la media giornaliera di 30,1 milioni di barili.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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