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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2011 alle ore 18:40.

UniCredit: l'utile netto del primo trimestre sale a 810 milioni (+55,7%)UniCredit: l'utile netto del primo trimestre sale a 810 milioni (+55,7%)

Il gruppo Unicredit ha chiuso il primo trimestre del 2011 con un utile netto di 810 milioni, in forte crescita (+55,7%) rispetto ai primi tre mesi del 2010. Il Core Tier1 si è attestato al 9,06% con un incremento di 49 punti base rispetto al trimestre precedente. Il dato dell'utile è nettamente superiore alle stime del consensus degli analisti, che lo aspettavano a 614 milioni.

L'utile conseguito nel primo trimestre dell'anno da UniCredit, che il 29 aprile ha approvato un dividendo di 3 centesimi ad azioni per il 2010, sottolinea una nota diffusa dall'istituto è il maggiore «dal secondo trimestre 2008 grazie» ed è stato ottenuto grazie «principalmente al buon andamento dei ricavi e a una forte flessione degli accantonamenti su crediti». Le rettifiche nette su crediti e su accantonamenti per garanzie e impegni ammontano a 1,5 miliardi, in calo del 14,1% rispetto al quarto trimestre 2010 e del 16,0% anno su anno. Il miglioramento è riconducibile soprattutto all'Italia e al Centro Est Europa. Il costo del rischio si è quindi attestato a 108 punti base, in flessione di 18 punti base rispetto al quarto trimestre dello scorso esercizio e di 19 punti base anno su anno. I crediti deteriorati lordi a fine marzo 2011 sono pari a 69 miliardi, +1,1% rispetto al 31 dicembre 2010. Le sofferenze lorde crescono del 2,1% rispetto al precedente trimestre.

Il rapporto di copertura del totale dei crediti deteriorati lordi è del 44,7%, in crescita dal 43,9% di dicembre 2010. Passando a esaminare gli aggregati patrimoniali, i crediti a clientela sono saliti dello 0,6% rispetto a fine 2010 a 559 miliardi. I debiti verso clientela sono rimasti invariati rispetto (-0,1%) a 402 miliardi. Gli attivi ponderati per il rischio sono calati del 2,4% a 443,7 miliardi.

«Su aumento capitale si aspetta e valuta»
Unicredit «aspetta e valuta» sulla possibilità di procedere o meno a un aumento di capitale. A dirlo l'amministratore delegato dell'istituto, Federico Ghizzoni, presentando alla stampa i risultati trimestrali.
«Aspettiamo informazioni più precise dai regolatori e poi saremo in grado di prendere una decisione», ha sottolineato. In particolare, Ghizzoni ha indicato che «entro l'estate» le banche potrebbero avere qualche «informazione preventiva»: «Il mondo cambia - ha detto - oggi non c'è necessità di aumento di capitale, aspettiamo le norme».

«È difficile dire se ripeteremo il primo trimestre - ha proseguito - ma prevedo il secondo trimestre e i prossimi abbastanza positivi».

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