Utile netto raddoppiato per Mediobanca a 156 milioni nel terzo trimestre del 2010-2011 che porta i primi nove mesi dell'esercizio (a marzo) a concludersi con un profitto di 419 milioni, in crescita del 18%. I risultati sono superiori alle attese degli analisti che puntavano a un utile trimestrale di 140 milioni. Rafforzata la situazione patrimoniale con il Core Tier 1 in progresso all'11,3% dall'11,1% del dicembre 2010.

L'andamento dell'utile, spiega una nota, riflette l'incremento del margine di interesse e il calo delle rettifiche su crediti e titoli. A 1.566 milioni, in leggera flessione (-2,1%), il margine di intermediazione nei nove mesi (532 milioni nel trimestre), con un incremento del 21% del margine di interesse a 799,8 milioni, mentre i proventi da negoziazione scendono del 48,4% a 197,4 milioni per le minori cessioni del comparto di azioni disponibili per la vendita. Commissioni e altri proventi passano a 405 milioni (-2,2%) da 414. Il "corporate and Investing banking" registra un utile di 238,4 milioni in calo del 7,9% sul dato dell'anno prima, ma in progresso del 40% - precisa la banca - al netto dei proventi dalla cessione di titoli e con un calo del costo del rischio.

Di rilievo l'apporto crescente del principal investment, con un contributo positivo per 154 milioni nei nove mesi (+27%), grazie alla sostanziale tenuta di Assicurazione Generali e al ritorno di un contributo positivo di Rcs. Ritorno all'utile per il retail e private banking a 50 milioni contro una perdita di 28 milioni al marzo 2010, mentre prosegue il momento positivo per il credito al consumo.

CheBanca, la divisione retail di Mediobanca, dimezza la perdita a -28 milioni.

A Piazza Affari il titolo Mediobanca cresce dell'1,72% dopo la diffusione dei conti.

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